Carlo Bixio (Publispei) a TVBlog: “Troppa pubblicità nelle serie: proviamo puntate da 70 minuti”
Concludiamo la nostra intervista a Carlo Bixio, presidente della Publispei, la casa di produzione di tante fiction di successo tra le quali Un medico in Famiglia e I Cesaroni. Qui potete leggere la prima parte.Secondo lei non sarebbe forse meglio trasmettere le serie sempre con un episodio per volta, in modo da non sprecare il
Concludiamo la nostra intervista a Carlo Bixio, presidente della Publispei, la casa di produzione di tante fiction di successo tra le quali Un medico in Famiglia e I Cesaroni. Qui potete leggere la prima parte.
Secondo lei non sarebbe forse meglio trasmettere le serie sempre con un episodio per volta, in modo da non sprecare il prodotto in poco tempo (+ giornate a settimana) e fidelizzare di più lo spettatore magari con prodotti più vicini tra loro?
“Bisognerebbe calibrare meglio la pubblicità. Non si possono inserire 19 minuti di pubblicità in una trasmissione di 50 minuti. Il pubblico gradisce oggi, ma non è detto che resista domani.
Probabilmente la fascia di prima serata è diventata troppo frammentata e se io lavorassi ad un palinsesto farei proprio il contrario, cercando fedeltà con prodotti di qualità dallo spirito commerciale. Un buon compromesso potrebbe verificarsi con puntate da 70 minuti.”
Rispetto ad altre case di produzione, lei è uno dei pochi che lavora in egual proporzione per Rai e Mediaset. Quali sono le richieste differenti delle due aziende nel momento in cui le commissionano una nuova serie?
“Sostanzialmente le richieste sono le stesse con una differenza: Mediaset (Canale 5) ha un pubblico più giovane e Rai 1 uno zoccolo duro composto da un pubblico più maturo. La novità è che Sky Italia tende ad appropriarsi di una parte del pubblico di Mediaset. A sua volta Canale 5 ricerca il pubblico di Rai 1 per non perdere ascolti.
In sostanza, per ora spetta a noi, produttori indipendenti, interpretare la tendenza del mercato.”
Tanti telespettatori chiedono il ritorno del Medico e dai giornali si apprende che la nuova serie è alle porte. A quando l’inizio delle riprese e a grandi linee la messa in onda? Lunetta Savino, sarà presente solo in alcune puntate? E Kabir Bedi e la famiglia indiana?
“La nuova serie di Medico è alle porte. Inizieremo a girarla a novembre e prevede il ritorno in buona parte degli attori originari. ”
Nelle sue serie emerge spesso una battuta tormentone come “Una parola è troppa e due sono poche” (Nonno Libero nel Medico) e “Che amarezza” (Zio Cesare nei Cesaroni). E’ una scelta voluta in partenza o nascono spontanee durante le riprese?
“E’ frutto di una mia richiesta rivolta spesso a sceneggiatori ed attori per focalizzare meglio il carattere di un personaggio. Sono particolari che generano l’affezione del pubblico e li fanno sentire più veri. “
Lino Banfi, Christian De Sica e Claudio Amendola, tre grandi attori italiani che sono stati protagonisti delle sue serie. Con quale ha lavorato meglio? Con chi dei tre si sente più legato?
“Tre grandi attori. Tre diversi legami.
Con Lino Banfi abbiamo un sodalizio professionale che dura da più di 30 anni tra fiction e programmi TV. Ci comprendiamo e ci rispettiamo. Banfi è diventato sempre più un grande attore svestendosi dei suoi tradizionali panni comici tradizionali per entrare in maniera ironica nel sociale. Ha bisogno ora di interpretare una grande storia dal respiro internazionale.
Claudio Amendola è un tir, un trascinatore. Ci vediamo poco, ma nei momenti giusti, guardandoci negli occhi, capiamo molto di più di quanto ci possiamo dire a parole.
Christian De Sica è come un parente stretto. La storia cominciò tra un grande compositore, mio padre, e un grande attore, suo padre. Vittorio De Sica cantò per primo “Parlami d’amore Mariù” e anche Christian, appena può, la canta. Ed infine Mariù è stata dedicata da mio padre a mia madre Mary! E’ una catena di affetto. ”
Tra i prodotti di fiction da lei realizzati con Lino Banfi c’è stato il successo di Il Padre delle Spose, nato da un’idea dello stesso Banfi che trattava l’argomento scabroso dell’omosessualità. Ha avuto all’inizio qualche ostruzionismo dalla rete o da qualche associazione?
“Le reti conoscono i prodotti Publispei. I miei direttori artistici ed editoriali sanno come trattare gli argomenti più complicati con garbo e senza offendere i sentimenti delle persone. Ecco, i sentimenti. Ne parliamo solo ora ed invece sono presenti in tutte le nostre fiction. ”
Ci può anticipare qualche titolo di fiction che vedremo nei palinsesti Rai e Mediaset nei prossimi mesi Cesaroni e Medico a parte?
“Stiamo girando per Rai 1 una commedia sentimentale dal titolo provvisorio “Questo è amore” scritto da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, diretto da Riccardo Milani ed interpretato da Stefania Rocca, Emilio Solfrizzi e Neri Marcorè.
Per Mediaset stiamo sviluppando 2 progetti serali. “
Per concludere, La fiction italiana è in buona salute? Come vede il panorama italiano da qui a 10 anni?
“In ottima salute, direi. Anzi è pronta per un salto nelle case d’Europa, un po’ come il salto de “I Cesaroni”. Sono certo che tra 10 anni la domanda sarà questa: La fiction europea è in buona salute?“
La ringrazio per la collaborazione prestataci e in bocca al lupo per le sue attivita professionali (Share)