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Cardinale Vallini: “Ci vorrebbe una Tv senza pubblicità e con più qualità”

Una Tv senza omicidi quasi in diretta e senza modelli familiari lontani dalla percezione cattolica. Ma per fare ciò bisogna liberarla dalla tenaglia della pubblicità. Questa la Tv ideale proposta dal Cardinale vicario Agostino Vallini, relatore nei giorni scorsi a Roma a un convegno diocesano dedicato a Mass media: famiglia vittima o protagonista?. L’iniziativa rientra

di marina
pubblicato 2 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:27

Una Tv senza omicidi quasi in diretta e senza modelli familiari lontani dalla percezione cattolica. Ma per fare ciò bisogna liberarla dalla tenaglia della pubblicità. Questa la Tv ideale proposta dal Cardinale vicario Agostino Vallini, relatore nei giorni scorsi a Roma a un convegno diocesano dedicato a Mass media: famiglia vittima o protagonista?.

L’iniziativa rientra in un progetto più ampio in cui i cattolici con Avvenire hanno programmato per il prossimo anno (a partire dalla Giornata per il sostegno ad Avvenire e ai media diocesani del 7 novembre) un calendario ricco di incontri e dibattiti dedicato al delicato rapporto tra media, famiglia e tutela dei minori.

Ha detto il Cardinale Vallini:

Sarebbe auspicabile creare reti televisive senza pubblicità, libere da qualsiasi tenaglia dell’audience, che è la causa prima dell’abbassamento del livello dei programmi. Prendiamo coscienza della responsabilità sociale e civile che come cittadini abbiamo. Facciamoci sentire.


Spiega Elisa Manna responsabile delle Politiche culturali del Censis, vicepresidente del Comitato Media e minori e relatrice al convegno:

Si è giunti a un grave livello di infrazione del Codice che le stesse emittenti si sono date: il turpiloquio è diventato quasi un motivo ricorrente, la violenza è a tutte le ore. Non parliamo della rappresentazione dell’immagine femminile ridotta ad oggetto, strumentalizzata come richiamo sessuale. E poi c’è la cronaca nera che ormai impera su tutti i canali. Nei trattati di sociologia è noto come il far riferimento a molta cronaca nera è anche un modo per tenere in uno stato di ansia diffusa la popolazione. Quando le emittenti sostengono che è quello che la gente vuole, fanno come una sorta di gioco delle tre carte. La morbosità per ciò che riguarda la morte fa parte dell’essere umano, però da qui a enfatizzare la cronaca per l’audience, o per fare tiratura di stampa ce ne corre.

I responsabili individuati sono produttori e politica che dovrebbero mettere da parte interessi e soldi e tutelare maggiormente i minori telespettatori.

Chiosa Marco Tarquini direttore di Avvenire:

Tanti media continuano a spingere verso la ’precarizzazione’ della famiglia ma la realtà è ben diversa: la famiglia non è un ’male’, è l’antidoto al male ed è il più grande ammortizzatore sociale. L’impegno per le politiche a favore della famiglia non può mai essere disgiunto dall’impegno culturale.