Cara informazione tv, spero di ritrovarti nel 2010. Più in salute
Il video che potete vedere dopo il salto rappresenta, in gran parte, lo stile, pessimo, dell’informazione all’italiana nel 2009. Immagino che ve lo ricordiate: il 6 aprile ci fu la scossa di terremoto che devastò L’Aquila e parecchi paesi limitrofi – sulla situazione, vi prego di notare come i riflettori dell’approfondimento informativo nostrano tacciano, colpevolmente
Il video che potete vedere dopo il salto rappresenta, in gran parte, lo stile, pessimo, dell’informazione all’italiana nel 2009. Immagino che ve lo ricordiate: il 6 aprile ci fu la scossa di terremoto che devastò L’Aquila e parecchi paesi limitrofi – sulla situazione, vi prego di notare come i riflettori dell’approfondimento informativo nostrano tacciano, colpevolmente -. Il 7 il Tg1 uscì con questa autocelebrazione esaltando i propri ascolti e gli ascolti di tutti gli approfondimenti sul terremoto.
Una sfrontatezza da lasciare a bocca aperta, che pure, ahimé, fa il paio con un’informazione sempre più allineata e coperta, sempre meno approfondita, sempre più superficiale e generica e generalizzata.
Il pubblico televisivo ha voglia, ha diritto, ha interesse di sapere cosa succede in Italia e nel mondo, e ha diritto di accedere all’informazione televisiva in maniera libera; ha diritto di avere un’informazione plurale; ha diritto di pretendere che l’approfondimento giornalistico sappia fare l’inchiesta e che non si occupi solo di celebrare i propri ascolti.
E così, cara informazione tv, spero di ritrovarti, nel 2010, più in salute di prima. Anche se temo che il trend negativo che ti caratterizza possa proseguire verso chissà quali baratri.