Home Rai 1 Canone Rai, Lega Nord: “Non lo paghiamo, facciamo obiezione fiscale”

Canone Rai, Lega Nord: “Non lo paghiamo, facciamo obiezione fiscale”

Intanto un’indagine R&S Mediobanca mostra come quello della Rai sia il canone più basso pagato in Europa. E il più alto tasso di evasione è in Italia

pubblicato 5 Dicembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 21:10

Non soltanto il segretario Matteo Salvini annuncia di essere pronto a ricorrere in sede Europea se dovesse andare in porto l’ipotesi, alla quale sta lavorando il governo, di trasferire il pagamento del canone Rai in bolletta perché sarebbe “una vergogna assoluta costringere gli italiani a pagare anche se non hanno la tv in casa”. Ma, intanto, il deputato Davide Caparini fa sapere:

Il canone Rai non lo paghiamo, non abbiamo intenzione di versare imposte a un’emittente che oggi è il megafono di uno Stato ladro. La nostra è legittima obiezione fiscale.

È questa dunque la posizione della Lega Nord nei confronti del canone Rai. Per Caparini si tratta di “un’autentica imposta di possesso, inadeguata e iniqua e, per giunta, nata quando le televisioni neanche esistevano”. Il Carroccio ha presentato una mozione per sollecitare l’emittente pubblica a rimborsare chi ha dichiarato di voler suggellare la tv e a interrompere le richieste di pagamento che ancora sono pretese da chi ha dato disdetta.

Intanto un’indagine R&S Mediobanca sul servizio pubblico radiotelevisivo in Europa, conferma un dato già noto agli addetti ai lavori. La Rai, rispetto ai principali Paesi europei, incassa il canone più basso, pur essendo aumentato di quasi il 7% negli ultimi quattro anni. Non è finita, perché nonostante ciò il suo tasso di evasione ha il primato in assoluto, pari al 27% (è del 5% nel Regno Unito e praticamente assente in Francia e Germania, ferme al 1%).

Secondo questa indagine, riducendo l’evasione del 20%, ossia portandola al 7% circa si incasserebbero 346 milioni, azzerando di fatto la perdita 2012 della Rai relativa al solo servizio pubblico (introiti da abbonamento e costi di servizio pubblico).

In particolare, ecco le cifre rese note: il canone Rai nel 2013 è stato pari a 113,5 euro, contro i 131 euro della Francia, i 174,5 euro del Regno Unito e i quasi 216 euro della Germania (ma c’è da precisare che in Italia il basso canone è parzialmente compensato dalla pubblicità che invece manca nella Bbc ed è limitata per quantità e fasce orarie in Francia e Germania).

Il canone Rai copre il 65,6% dei ricavi contro il 73,6% della Bbc, l’82,5% di France Televisions e l’84,7% della tedesca ARD. Nel 2013 il totale del fatturato del gruppo Rai è stato di 2,647 miliardi circa, così composto: 1,73 miliardi dal canone, 682 milioni dalla pubblicità e 228 milioni dalla voce ‘altri’. Dal 2009 al 2013 la pubblicità ha registrato una flessione del 31% (da 989 a 682 mln), mentre gli introiti dal canone sono aumentati del 6,6% (da 1,63 a 1,73 miliardi), con un’incidenza di quest’ultima voce sui ricavi totali passato dal 52,5% al 65,6%.

Secondo R&S Mediobanca, riducendo l’evasione fino a un livello del 7%, si potrebbero recuperare circa 346 milioni in più di ricavi (pari al 20% degli incassi da canone del 2012), azzerando il deficit.

Da notare, in chiusura, che la proposta del governo Renzi (che ora sarebbe stata accantonata) di dimezzare il costo del canone a 65 euro facendolo pagare a una platea più vasta, non permetterebbe di colmare il deficit.

Rai 1