I quarant’anni (dimenticati) di Canale 5. Se nemmeno Mediaset celebra se stessa
Nell’autunno 1980 nasceva Canale 5. Dalla finta diretta all’acquisto dei diritti del Mundialito. Un momento storico dimenticato dalla stessa Mediaset
Che cada il 30 settembre o l’11 novembre poco cambia. I quarant’anni di Canale 5 meritano – o avrebbero meritato, fate voi – una degna celebrazione. Perché è un anniversario tondo, perché in quel 1980, qualunque data uno voglia scegliere, cambiò per sempre la storia della televisione.
Umberto Eco tracciò una linea di confine. Definì paleotelevisione tutto quello che accadde prima e parlò di neotelevisione per ciò che sarebbe avvenuto da lì in poi.
30 settembre e 11 novembre, dicevamo. Nel primo caso si fa riferimento all’inaugurazione del logo di Canale 5, che sostituì quello di Telemilano 58, nel secondo invece si siglò l’avvio delle trasmissioni su tutto il territorio nazionale.
L’obbligo a estendersi non oltre l’ambito locale fu la scintilla di un’idea tanto elementare, quanto rivoluzionaria: la spedizione di videocassette pre-registrate a tutte le emittenti collegate contenenti programmi da far partire in contemporanea per dare l’illusione della diretta nell’intero Paese.
“Ci fu l’intuizione di inventare una finta diretta – raccontò Silvio Berlusconi – ossia pensare il giovedì che fosse già domenica. La cassetta veniva inviata alle quattordici emittenti regionali e il pubblico aveva l’impressione di avere una televisione live”. La pratica sarebbe proseguita fino all’approvazione della Legge Mammì.
Berlusconi venne aiutato dall’amico di sempre, che l’avrebbe accompagnato anche nella vincente avventura al Milan. “Illuminare tutta Italia è stato un lavoro impegnativo che ci ha visto peregrinare in molti comuni per cercare luoghi dove mettere le nostre postazioni. E’ stato quasi un miracolo per il quale ringrazio Adriano Galliani e l’equipe di Elettronica Industriale”.
Con il numero 5 si dichiarava apertamente l’ambizione a piazzarsi subito dopo le tre reti Rai e Telemontecarlo. Le tappe vennero tuttavia rapidamente bruciate, con un ennesimo spartiacque che si manifestò alla fine dell’80, quando Sua Emittenza soffiò alla Rai i diritti per la trasmissione del Mundialito, torneo di calcio organizzato per festeggiare i cinquant’anni dal primo campionato Mondiale al quale presero parte le Nazionali che avevano conquistato almeno un titolo.
Accaparrandosi l’esclusiva dell’evento, Berlusconi andò incontro a due problemi non da poco: avrebbe dovuto ottenere l’ok a trasmettere fuori dall’ambito locale e l’autorizzazione ad utilizzare il satellite. Solo dopo febbrili ed interminabili trattative si raggiunse un accordo. Viale Mazzini trasmise in diretta le sole partite dell’Italia e la finale, mentre a Canale 5 – che poté usufruire del satellite – spettarono i match delle altre squadre in differita, ad eccezione della Lombardia, dove al contrario tutto venne irradiato live. Per la Fininvest fu un importante punto a favore e, cavalcando l’onda, l’anno successivo produsse il suo Mundialito per club.
Al grido di “corri a casa in tutta fretta c’è un biscione che ti aspetta” Canale 5 poggiò le sue fondamenta. A rafforzare il marchio ci pensarono volti celebri della tv di Stato che cambiarono casacca. Il primo in assoluto fu Mike Bongiorno, a cui si aggiunsero in breve tempo Corrado, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
Il resto è storia, celebrata una prima volta allo scoccare dei dieci anni di vita. Dal 19 ottobre 1990 all’11 gennaio 1991 le dodici puntate di Buon Compleanno Canale 5 vennero condotte a turno dai personaggi più amati della rete.
Per i vent’anni si optò per una serata unica, il 29 settembre 2000, alla vigilia di quel fatidico 30. Lo show, andato in onda dal Forum di Assago, vide alla guida il tandem Bongiorno-Bonolis. Alla festa c’erano tutti i pilastri di allora: da Simona Ventura a Lorella Cuccarini, da Gerry Scotti a Marco Columbro, passando per Maria De Filippi, Maurizio Costanzo, Enrico Mentana, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Venne pure realizzato uno spot e organizzata un’amichevole che metteva in palio proprio il Trofeo del Ventennale. A sfidarsi il Milan e la Roma. Senza dimenticare Operazione Five, programma che per tutte le domeniche d’estate ripercorse i momenti salienti dei quattro lustri del canale.
Il silenzio del 2010 lasciò trasparire un clima mutato ed un’attenzione alla memoria finita in soffitta, così come il mutismo di queste settimane che al di là della pandemia – che ha condizionato drasticamente le produzioni televisive – non può essere giustificato. La percezione diffusa è quella della perdita dello spirito identitario che negli anni d’oro regalò a Canale 5 (e a tutta Mediaset) quel senso di appartenenza che la rendeva orgogliosa di raccontare se stessa. Tutto perso, tutto svanito, con l’ulteriore dubbio legato ad una reunion che, nel caso fosse stata messa in piedi, avrebbe in molti casi necessitato del plexiglas di separazione tra i conduttori. E non per colpa del covid.