Campo dall’Orto: “Mtv vuole diventare fra i primi editori di Sky”
Antonio Campo Dall’Orto, appena insediatosi come vice presidente di Mtv Networks International, ha già pronta una nuova e più definita strategia per il gruppo: “Fare evolvere il nostro modello di business emancipandoci dal canale terrestre. Vorremmo che più del 50% del nostro utile fosse generato fuori dall’Mtv tradizionale“. Nell’intervista, pubblicata nel numero di Ottobre di
Antonio Campo Dall’Orto, appena insediatosi come vice presidente di Mtv Networks International, ha già pronta una nuova e più definita strategia per il gruppo: “Fare evolvere il nostro modello di business emancipandoci dal canale terrestre. Vorremmo che più del 50% del nostro utile fosse generato fuori dall’Mtv tradizionale“. Nell’intervista, pubblicata nel numero di Ottobre di Prima comunicazione, l’ex amministratore delegato di Telecom Italia Media, tornato a lavorare per MTV stavolta in una posizione di maggior prestigio ed importanza, pur mantenendo contemporaneamente l’incarico di AD di MTV Sud Europa, dichiara di puntare da subito a modificare i piani di sviluppo del network.
Se hai contenuti particolarmente rilevanti il tuo pubblico elettivo è quello della pay. Mtv Italia continuerà la sua tradizione free, ma in prospettiva la fetta più grossa della crescita arriverà dall’offerta a pagamento. Satellite o digitale terrestre? Tra tre o quattro anni mi piacerebbe essere uno dei primi tre editori di Sky. Perché credo che quel modello lì sia il più solido, quello che dà più garanzie in un Paese in cui la pubblicità non è dinamica
Concentrare l’attenzione del gruppo su satellite e digitale terrestre pay non è però semplicemente una scelta legata al business, agli introiti pubblicitari, l’intendimento è quello di raggiungere un obiettivo culturale, abbandonando l’indistinto insieme della tv generalista. Si tratta di un progetto ambizioso, soprattutto tenendo conto di quanto MTV Italia, rispetto ai primi anni di trasmissione nel nostro paese, si sia progressivamente spostata dall’essere un canale tematico musicale ad un contenuto di programmi di genere piuttosto vario (reality prodotti oltreoceano, talk show e cartoni animati).
Sappiamo che il nostro target oramai separa chiaramente la tivù ‘significativa’ dalla tivù ‘rumore di fondo’. Con l’attuale modello di società, la tivù ‘rumore di fondo’ è destinata a scomparire dalle scelte del pubblico più giovane. Questo fenomeno è globale, Internet sta funzionando da grande omogeneizzatore delle esperienze audio video. Ovunque nel globo la fruizione di contenuti sta diventando molto simile, con una marcata polarizzazione. Ci sono alcune cose che funzionano dappertutto e poi c’è il contenuto locale-locale.
Vedremo quali riflessi sui palinsesti avrà questa nuova “linea editoriale“.