La rottura di Calenda con Letta in diretta a Mezz’ora in più ci aveva illuso, diciamolo. Era da poco iniziato il mese di agosto e avevamo immaginato che stesse per partire una campagna elettorale ricca di colpi di scena e fuochi d’artificio, anche in tv. E invece siamo qui, a pochi giorni dal voto, ad emozionarci al massimo per l’insetto sulla fronte di Silvio Berlusconi durante il collegamento a Casa Italia su Sky Tg24.
Il margine di tempo c’è ancora, qualcosa può accadere, ci mancherebbe (sui social, intanto, si moltiplicano gli appelli al voto di personaggi famosi, in primis Chiara Ferragni), ma è ormai evidente come la campagna elettorale che sta per concludersi sia stata la più noiosa di sempre. Un segno di maturità della classe politica (sic), ma soprattutto un segno dei tempi, nel senso che il contesto sociale (leggasi guerra in corso in Ucraina e pandemia) pesa evidentemente anche sugli atteggiamenti pubblici dei candidati.
Dal punto di vista meramente televisivo il mood generalmente soporifero della campagna elettorale in tv lo si spiega banalmente con il periodo estivo e con il ritardo del ritorno in onda dei talk show di prima serata, titoli che solitamente contribuiscono a creare e ad alimentare il chiacchiericcio che rimbalza poi su giornali e social, dando vita a dinamiche e polemiche spesso poco sostanziose ma quasi sempre assai rumorose.
In più – ed è l’elemento principale – si è fatta sentire la clamorosa assenza di confronti televisivi. E quando parliamo di confronti televisivi ci riferiamo ai duelli tra gli esponenti politici (pensate al potenziale televisivo di Letta Vs Meloni o Conte Vs Renzi o Salvini Vs Calenda), ma anche a quelli tra politici e giornalisti.
E torniamo al punto di partenza: il caso agostano Crosetto-Bonini ci aveva illuso. Poi poco e niente, con le eccezioni del piccolo brivido del “coso” di Lucia Annunziata e della ostentata battaglia a distanza di Formigli nei riguardi di Meloni e dei suoi.
Per il resto nessuna poltrona spolverata come ai tempi d’oro di Travaglio-Berlusconi da Santoro, ma neanche sfide dialettiche di appeal, per esempio a Otto e mezzo, dove era invece ipotizzabile che qualcosa potesse accadere (bisognerà tornare a commentare la curiosa scelta di Lilli Gruber di non ospitare neanche uno tra Meloni, Letta, Salvini, Conte, Renzi, Calenda e Berlusconi).
Un ultimo dato va considerato nell’analisi di una campagna elettorale in tv senza scintille: il ruolo marginale giocato dalla satira. Con Crozza in vacanza (tornerà in onda su Nove venerdì prossimo), nessun graffio da segnalare, nonostante le ottime perfomance di Luca e Paolo a DiMartedì.