In occasione della conferenza stampa di presentazione della nuova edizione di Kilimangiaro, in onda su Rai3 da domenica 12 ottobre alle ore 15 in diretta dallo studio TV2 di Napoli, Blogo ha intervistato la nuova conduttrice Camila Raznovich. Al suo fianco ci sarà Dario Vergassola.
In apertura di post trovate la video intervista integrale, mentre di seguito potete leggerne una parziale trascrizione.
Affrontiamo subito il capitolo Licia Colò. In queste settimane – anche di polemiche – hai avuto modo di sentirla? Lei si è fatta viva?
No, non abbiamo il numero reciprocamente. Più di abbracciarla e salutarla in ogni intervista non posso fare. Non saprei neanche se una telefonata… insomma, forse non è neanche il caso.
Avevi detto di sperare che ti facesse gli auguri…
Avevo detto che mi piacerebbe che mi facesse gli auguri. Rispetto moltissimo la sua posizione di non aver voglia di farli. È assolutamente comprensibile.
La tua presenza è stata motivata dalla rete con la necessità di rinnovamento. Quali saranno, dunque, i punti di novità di Kilimangiaro?
Lo studio, non nel senso di scenografia, ma nel senso dei momenti di studio. Il 50% di Kilimangiaro è fatto di contributi video, documentari: quelli rimangono. Le novità sono per esempio le primarie dei borghi italiani (con finale in prima serata sempre su Rai3). Tutto lo studio cambia parecchio perché stiamo cercando di renderlo più intrattenimento; ci saranno rubriche nuove, con l’aiuto di un giornalista Rai sempre diverso analizzeremo la situazione geopolitica nel mondo; useremo moltissimo Skype, nella prima puntata si collegherà Carlo Cracco da New York. Credo ci sia una voglia di linguaggio nuovo. Dopo di che non è che stiamo inventando nulla di nuovo, non c’è questa pretesa. È inevitabile, il cambio alla conduzione implica il cambio nei toni, nel linguaggio e nelle sottolineature di studio.
Il tuo è un doppio ritorno. Alla domenica pomeriggio, perché hai avuto un’esperienza del genere a La7…
Sì, molto breve.
Non andò benissimo.
Non benissimo (ride, Ndr).
E poi torni in Rai. A proposito, ti sei pentita di averla lasciata? Conducevi Amore criminale, che andava benissimo…
Su questo forse c’è un fraintendimento.
Chiariamolo. Non sei andata via tu?
Da Amore Criminale sì. Però ci fu un cambio di direzione, da Ruffini a Di Bella. Tatami era un programma a cui ero molto legata, era un gioiellino in seconda serata. Andava molto bene. Per esigenze sue, ovviamente lecite, è stato deciso dall’allora direttore Di Bella di sospendere Tatami, nonostante ascolti e prodotti fossero molto buoni – a detta di tutti, non lo sto dicendo io. A quel punto mi rimaneva Amore Criminale, di cui però avevo condotto già diverse edizioni, mi sembra otto tra prima e seconda serata; sono rimasta incinta per la seconda volta e decisi a quel punto di prendermi una pausa. Il mio non è stato un atteggiamento snobistico, semplicemente ho fatto una scelta. Amore criminale in quel momento stava andando davvero molto bene, ma nella mia filosofia di vita e di lavoro c’è anche di lasciare i programmi quando vanno molto bene. Prima dell’inizio della discesa. L’ho fatto anche con Love Line; nel lavoro e nella vita ho voglia di sfide nuove. Dopo otto edizioni pensavo di aver dato quello che potevo; poi, ripeto, non è da trascurare il fatto che fossi incinta per la seconda volta e quelle di Amore criminale non sono storie leggerissime da digerire.
A Kilimangiaro avrai contro Domenica In, Domenica Live, Quelli che il calcio. La mattina dopo l’Auditel lo controllerai comunque?
Assolutamente sì, sarei ipocrita a dire che non mi importa degli ascolti. Però è anche molto vero che è un esperimento; sarò molto più contenta il giorno dopo di aver fatto – se riusciremo nella missione – un buon programma, un buon servizio pubblico, una buona domenica pomeriggio di intrattenimento piuttosto che il punto in più di share. Dopo 14 anni di conduzione della bravissima Licia Colò per me a livello di ascolti la strada è in salita. In questo momento sono più concentrata sulla qualità del prodotto. Sono certa che con un buon prodotto gli ascolti arrivino. La mia preoccupazione primaria oggi è mettere in onda un buon prodotto di cui essere orgoglioso, fiera, di cui se ne parli bene.