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Cambio moglie

C’è che poi uno si rende conto che fin troppo spesso – perché è necessario, per tener fede a un nickname, perché è un po’ di moda farlo – qui si tende a parlar spesso male di quel che non ci piace, meno spesso bene di quel che amiamo. Ora, anche se più volte abbiamo

7 Marzo 2007 00:01

Cambio moglie C’è che poi uno si rende conto che fin troppo spesso – perché è necessario, per tener fede a un nickname, perché è un po’ di moda farlo – qui si tende a parlar spesso male di quel che non ci piace, meno spesso bene di quel che amiamo.
Ora, anche se più volte abbiamo dedicato post a Cambio moglie, sembra il caso di parlarne ancora.
Sì, perché la puntata appena vista, quella in cui si scambiavano le consorti di una coppia “normale” – ma con lei dedita al mondo del fitness e un po’ stanca della solita vita, lui ristoratore in un paesello – e una un po’ meno “normale”, milanese, con lui dedito alla bella vita mondana, lei spogliarellista russa.
Ecco la ragione dell’immagine qui a lato, un po’ acchiappaaccessi, un po’ specchio della direzione che prende il format – le puntate in onda attualmente su La7 sono già passati sul satellite, quindi non sono novità per chi possiede un abbonamento SKY -, una direzione naturale e sempre più interessante.
Cambio moglie è una docufiction-reality basata sul meccanismo dello swap. Un prodotto che è cresciuto anche a livello fotografico, di montaggio e regia e che, pur mantenendo una formattizzazione abbastanza rigida, è vario, variegato e interessante, non stanca e dimostra come il genere si possa declinare – se ci fosse ancora bisogno di dirlo – in maniera altra e alta, con un interesse per l’umanità e per le storie, un interesse che può essere leggero, decoroso e di mero intrattenimento.
Bello, Cambio moglie. Proprio bello.

La7