Su Netflix è disponibile da qualche settimana Untold – Caitlyn Jenner, un documentario sulla vita del campione sportivo Bruce Jenner, protagonista dei Giochi Olimpici di Montreal 1976 durante i quali vinse la medaglia d’oro nella competizione del decathlon, prima di diventare Caitlyn e farsi conoscere anche come matrigna delle sorelle Kardashian.
Il documentario fa parte di una docuserie dedicata ad alcuni episodi centrali nella storia dello sport statunitense sulla piattaforma in streaming dal 10 agosto al 7 settembre: vi sono tra gli altri “la Rissa del Palace” tra Pace e Pistons in NBA, la singolare vicenda della squadra di hockey dei Trashers e il racconto della salute mentale di Mardy Fish, tennista storico rivale di Roger Federer.
La parte migliore di questo episodio di Untold è sicuramente l’avventura di Bruce Jenner alle Olimpiadi di Montreal 1976, la sua lotta contro l’acerrimo rivale sovietico Mykola Avilov, sostenuta dall’allora moglie Linda Thompson. Il multiplista statunitense si porta a casa la medaglia d’oro, ma qualcosa dentro di sè lo lascia continuamente insoddisfatto, nonostante all’indomani del trionfo in Canada per lui si aprano le porte della televisione e quindi della popolarità.
Bruce così decide di dare inizio nel silenzio più assoluto (non ne erano a conoscenza neanche i figli) a una serie di operazioni chirurgiche che culminano con la riassegnazione di genere. Il portale di gossip Tmz intercetta una fotografia che ritrae l’ex campione mentre esce dal retro di uno studio medico, rappresentando il momento più duro per Jenner, soprattutto nei confronti della famiglia, anche se il figlio Burt ha confidato di non essere rimasto stupito dal suo coming out.
Quest’ultima parte relativa alla scoperta della propria identità di genere non è stata ampiamente sviluppata, ma non è detto che questo sia un difetto. Untold è soprattutto un documentario sportivo con una scrittura strabiliante e un racconto ben equilibrato tra le mitiche gesta di Bruce e la nuova vita di Caitlyn.