Bye bye Pietro Valsecchi: è la volta di Stefano Pesce e Francesca Inaudi
Prosegue l’appassionante saga “Quelli che lasciano Valsecchi perché è come lavorare in miniera”. Dopo le Pandolfi, i Tirabassi e i Memphis (casi atipici di chi voleva emanciparsi dal produttore e poi ha finito per lavorarci ancora insieme, rispettivamente a I Liceali e in Crimini Bianchi), è la volta di altri due attori resi popolari dalla
Prosegue l’appassionante saga “Quelli che lasciano Valsecchi perché è come lavorare in miniera”. Dopo le Pandolfi, i Tirabassi e i Memphis (casi atipici di chi voleva emanciparsi dal produttore e poi ha finito per lavorarci ancora insieme, rispettivamente a I Liceali e in Crimini Bianchi), è la volta di altri due attori resi popolari dalla Taodue e ugualmente “in fuga”.
Prima all’appello è Francesca Inaudi che lascia, dopo soli due anni, la serie che l’ha lanciata. Nell’ottava stagione di Distretto di Polizia scomparirà dopo una breve apparizione. Ma nel suo caso non c’è ingratitudine, anzi da un’intervista a Vanity Fair si deduce che il suo abbandono è stato consensuale.
“E’ scaduto il contratto che mi legava alla produzione e non mi è stato chiesto di rinnovarlo, né io l’ho chiesto a loro. Non c’è stata rottura, si è semplicemente esaurito il rapporto. Mi è dispiaciuto, però. Ho preso tanto da questa serie e ho dato altrettanto. Il primo anno, per lo stress, sono ingrassata 12 chili. Lo so, non è giusto lamentarsi. Ma rendere dal punto di vista creativo, a quei ritmi, è dura. Non lo dico solo io, lo dicono tutti gli attori che hanno fatto quest’esperienza”.
Eppure, anche lei aveva dichiarato in precedenza che il Distretto le stava stretto, perché “la tv appiattisce e da quando ci lavora non la chiamano più al cinema”.
Ad escludere qualsiasi ulteriore coinvolgimento con i Ris, invece, è Stefano Pesce, attore di cinema e volto ricorrente in molte fiction televisive (Incantesimo 4, Distretto di polizia 4, Il Commissario De Luca, prossimamente in Amiche mie):
“Mi hanno proposto un rientro nella quinta e sesta edizione di Ris, ma ho rifiutato. Le serie prolungate si sfilacciano, perdono tensioni e qualità. C’è anche un intento etico nel fare l’attore: cambiare ruoli, cercare, scoprire mondi nuovi”. (Via Oggi)
Sul calo di appeal e qualità dei Ris si è in effetti discusso abbastanza anche in questa sede. Ma basterebbe solo essere meno drastici nelle interviste, giusto per non dimenticare talent scout rari come Pietro Valsecchi, che investe negli attori in cui crede anche nelle sue nuove produzioni. Lorenzo Flaherty, intervistato dal nostro Share, è giusto un esempio a caso da cui imparare in quanto a gratitudine…