Buono Brutto Cattivo, Rita Dalla Chiesa conduttrice social pop: “Che fastidio per le prostitute nei salotti”
Rita Dalla Chiesa è finita a parlare (con la sensibilità di sempre) di industria del sess0, nell’ultima puntata di Buono Brutto e Cattivo condotto da Carlo Puca
Rita Dalla Chiesa è una donna dagli infiniti registri (spesso sottostimati in tv), ma con un minimo comune denominatore: la passionalità. Così, da conduttrice compassata de La posta del cuore di Rai1, è finita in seconda serata a parlare di ciò di cui non ti aspetteresti: l’industria del sesso. L’ex padrona di casa Mediaset è stata ospite dell’ultima puntata di Buono Brutto Cattivo, un interessante esperimento estivo condotto da Carlo Puca (la cui conduzione, flemma a parte, regala idee e spunti).
In Buono Brutto Cattivo un tema viene analizzato da tre punti di vista, il buono il brutto e il cattivo (il confine tra questi ultimi due è ontologicamente un po’ labile). Poi, a commentarlo in studio con lui, un ospite vip che diventa ‘uomo della strada’. Così la stessa Dalla Chiesa, nota per le sue tirate sanguigne, è stata ribattezzata conduttrice social pop, invitata a rispondere a domande un po’ scomode:
“Lei ha mai conosciuto una prostituta? Ha mai conosciuto, invece, un cliente delle prostitute o almeno qualcuno che ha immaginato come tale?”
Puca ha detto di aver invitato Rita in quanto “persona libera da preconcetti e per questo capace di valutare il tema della prostituzione e della liberalizzazione in Italia”. Lei stessa ha ribadito quanto già emerso nelle sue trasmissioni, che l’hanno vista, ad esempio, sempre e sinceramente in prima linea in materia di diritti civili:
“Ho assimilato nella mia famiglia una grande libertà di pensiero. Non ho mai avuto pregiudizi”.
E infatti in quest’occasione ha avuto l’onestà intellettuale di fare la differenza, tra la prostituzione di strada che desta preoccupazione e quella, invece, più esecrabile:
“Le prostitute di strada vengono a mangiare la pizza al taglio dove vado io. Chiacchieriamo, siamo donne… Ma le prostitute che mi danno più fastidio le incontro nei salotti, nei corridoi, sulle panchine di Capri e della Sardegna. Con tacco 12 fanno avanti e indietro finché qualcuno non le fa salire sulla barca. La prostituzione da fame è una cosa diversa. Io non sono una moralista, ma penso sia inaccettabile la ragazzina che si vende per il piacere di farlo, per permettersi la vacanza a Formentera o Ibiza”.
Immancabile la riflessione sui clienti, i veri cattivi per Rita:
“Non c’è bisogno di andare a prostitute se tua moglie ti trascura, puoi andare a ragazzotte come vuoi. Se gli uomini imparassero a fare gli uomini non ci sarebbero le prostitute”.
La sensibilità della conduttrice è emersa anche quando si è trovata a confrontarsi con il rapporto tra disabilità e prostituzione, in riferimento a ragazzi che non potrebbero avere altrimenti rapporti sessuali:
“Mi auguro che i ragazzi disabili lo facciano illegalmente, visto che nessuno prevede un aiuto per loro. E’ la prima volta che difendo l’illegalità”.
Quando si dice un’ospitata pop per un programma, invece, decisamente d’elite. Un connubio che ha fatto bene al programma e all’ospite.