“Buona la prima” 3. Ale e Franz senza genialità
“Buona la prima“. Lo scorso anno ci siamo interrogati sulla live sit-com di Ale e Franz in modo tecnico, cercando di capire quanto sia rilevante la loro capacità di improvvisazione (pochissimo), deducendo che il succo della trasmissione non è tanto la buona improvvisazione comica del duo (scostante e discendente), ma la stranezza delle direttive, gli
“Buona la prima“. Lo scorso anno ci siamo interrogati sulla live sit-com di Ale e Franz in modo tecnico, cercando di capire quanto sia rilevante la loro capacità di improvvisazione (pochissimo), deducendo che il succo della trasmissione non è tanto la buona improvvisazione comica del duo (scostante e discendente), ma la stranezza delle direttive, gli ospiti coinvolti, la sensazione di live che si respira.
Dopo la puntata di ieri, che come sappiamo ha visto integrata la disintegrata Anna Falchi, aggiunta ai già noti Katia Follesa (la migliore di tutto il cast) e Alessandro Betti (strumentale e accessorio), abbiamo riscontrato ancora una volta che la formula è interessante, rinnovabile, ma non così geniale come dovrebbe essere. Per demerito dei suoi protagonisti principali.
Freschezza e accoglienza oltremodo notevoli per una rete come Italia 1 (sembra un varietà di Canale 5 come Zelig a livello di scenografia, luci e regia) con qualche difetto contenutistico. E’ come se nell’attesa i due comici non fossero più pronti per qualcosa che è sì improvvisazione, ma richiede un allenamento costante e tecnico per diventare sempre più originali e pieni di intesa senza piegarsi ad un copione. Se invece si sono allenati, lo avranno fatto molto male, è indubitabile. L’impressione generale è che Ale e Franz ieri siano stati buttati sul palco cercando di arrangiarsi per portare a casa l’episodio. Fine.
Notevoli le scelte della “voce regia”: il primo è Alfonso Signorini, che ormai è uno e trino come Gesù tra giornali da dirigere e tv da portare avanti, e la sempre bellissima Cristina Parodi, anche se in quel posto ci vedo meglio personaggi notoriamente provocatori che abbiano più libertà di inventare rispetto a quanto è scritto sul loro canovaccio.
Per dire una sciocchezza, lo storico Alessandro Cecchi Paone aveva più ragione d’essere. Menzione speciale all’attore che non ti aspetti Giancarlo Magalli: indimenticabile.