Bruxelles assediata: Sky Tg24 sguinzaglia gli inviati (poi ‘bloccati’ dalla polizia)
Quando l’informazione rischia di compromettere la sicurezza: la difficile convivenza del diritto di cronaca e delle operazioni antiterrorismo. Le ultime news su Blogo.
SkyTg 24 ha seguito in diretta tutta la prima fase dell’operazione di polizia a Bruxelles – partita nel tardo pomeriggio di oggi, domenica 22 novembre, e conclusasi intorno alle 23.15 con sei fermi – e ha sguinzagliato i suoi inviati a mo’ di agenti segreti. Una serata di superlavoro per Giovanna Pancheri, inviata di Sky Tg24 solitamente per seguire le news dell’Eurozona, e per Jacopo Arbarello, che per primo ha dato notizia di ‘movimenti strani’ della polizia belga al termine della seconda lunga giornata di allerta massima nella Capitale.
Dalle 20.00 circa, quindi, le due troupe di Sky Tg24 hanno cercato di seguire le mosse della polizia, raccogliendo anche sui social le indicazioni di quanto stesse succedendo intorno all’area della Grand Place, uno dei cuori di Bruxelles. Una diretta a due voci e due telecamere costruita come un ‘assedio all’assedio’. Tentando di ‘varcare’ la ‘zona rossa’ creata dalla polizia con transenne, nastri e persino con bus messi di traverso sulle arterie principali, i due inviati hanno cercato di dar conto di quanto stava avvenendo, tra il tangibile nervosismo dei poliziotti che puntavano armi su chi era in giro con il cane e gli avvisi a restare in casa, a rimanere chiusi nei ristoranti e a non affacciarsi alle finestre, fino a nuovo ordine.
Un vero e proprio live ‘nel’ terrore e, volendo, anche ‘contro’ il terrore, vista l’attenzione data allo spiegamento di forze belghe. Gli inviati di Sky Tg24 quindi hanno davvero fatto i ‘cacciatori’ di notizie: zaino in spalla, microfono in mano, hanno battuto le strade intorno all’area delle operazioni cercando di capire cosa stesse succedendo, tra voci di bagagli sospetti in uno dei Radisson Blu di Bruxelles (obiettivo sensibile dopo l’attentato in Mali e timori di una sparatoria imminente.
Va detto, però: Sky Tg24 è stata l’unica in Italia a seguire in diretta, e in maniera così dettagliata, gli eventi di Bruxelles. Nessun altro canale, generalista o all news italiano, ha coperto così quanto stava accadendo in città.
Una ‘caccia alla notizia’ trasmessa in diretta tv (prima di tutto in Belgio, come ovvio) e rimbalzata sui social – tra i lanci dei media locali e le testimonianze dei residenti – in maniera così puntuale da aver spinto la polizia a chiedere un ‘silenzio social’ a tutti per evitare di far sapere a eventuali terroristi la dislocazione e gli spostamenti dei loro uomini in città.
Par sécurité, veuillez respecter le silence radio sur les médias sociaux concernant les opérations de police en cours à #Bruxelles. Merci
— Police Fédérale (@PolFed_presse) 22 Novembre 2015
“Per motivi di sicurezza, si prega di rispettare il silenzio stampa sui social riguardo le operazione di polizia in corso”.
Non è certo la prima volta che la polizia si trova a chiedere uno ‘stop’ delle comunicazioni, tv e social. Forse il caso più eclatante, e neanche tanto lontano nel tempo, risale allo scorso gennaio, quando le autorità francesi chiesero alle reti tv di non trasmettere le immagini dall’esterno dell’HyperCacher nel quale si era asserragliato uno degli attentatori e di non ritwittare o diffondere le notizie sul numero e sulla posizione degli ostaggi ancora nel supermercato kosher. Il caso è arrivato anche in tribunale.
Si è poi passati all’assalto delle Forze Speciali al Bataclan, 10 giorni fa, con le tv invitate a ‘staccare le telecamere’ dai poliziotti in procinto di entrare nella sala concerti per non dare informazioni ai terroristi, che avrebbero potuto seguire live il blitz e prepararsi ad accogliere i militari.
Si arriva, quindi, al ‘silenzio stampa e social’ chiesto intorno alle 21.30 dalla polizia belga e accolto subito dalle redazioni delle principali testate/tv. La Pancheri è stata quindi spostata alla Procura di Bruxelles, di Arbarello non ci sono state più notizie. Confidiamo in un po’ di riposo…
A operazione conclusa sono arrivati anche i ringraziamenti dell’unità di crisi belga ai media e alla popolazione per la collaborazione fornita.
Merci aux médias et citoyens pour leur collaboration au silence médiatique demandé ds le cadre des actions judiciaires #BrusselsLockdown
— CrisisCenter Belgium (@CrisiscenterBE) 22 Novembre 2015
“Grazie ai mezzi di comunicazione e ai cittadini per la collaborazione fornita al silenzio stampa richiesto nell’ambito dell’attività investigativa”.
Dal canto loro i belgi hanno smesso di commentare i fatti e testimoniare quanto stava accadendo nei propri quartieri e hanno iniziato a twittare gattini con l’hashtag #BrusselsLockDown. E anche questa è lotta al terrorismo.