Bruno Vespa “scalza” Giovanni Floris: martedì puntata speciale di Porta a Porta. Slitta l’esordio di Ballarò, rimandata anche la premiere di Tutti pazzi per la tele: alla faccia del pluralismo…
Martedì ci sarà uno speciale di “Porta a Porta”. L’unico uomo capace di spostare, avvicendare, modificare, sovvertire, a proprio piacimento, i palinsesti della televisione pubblica – Bruno Vespa – colpisce ancora e questa volta a farne le spese è “Ballarò” del povero Giovanni Floris. La puntata speciale, tra l’altro, tratterà del terremoto d’Abruzzo, cogliendo l’occasione
Martedì ci sarà uno speciale di “Porta a Porta”. L’unico uomo capace di spostare, avvicendare, modificare, sovvertire, a proprio piacimento, i palinsesti della televisione pubblica – Bruno Vespa – colpisce ancora e questa volta a farne le spese è “Ballarò” del povero Giovanni Floris. La puntata speciale, tra l’altro, tratterà del terremoto d’Abruzzo, cogliendo l’occasione della consegna (si fa per dire) delle prime case (si fa per dire); Bruno Vespa, insomma, dopo i primi piani dei terremotati, i rallenty appiccicaticci e lacrimosi, la musica di Titanic e gli orsacchiotti di Peluche, torna a parlare di una tragedia umana e ambientale di grandissimo conto, speriamo, per una volta, col giusto rispetto e dovuta responsabilità giornalistica, deontologica e critica, piuttosto che come strisciante megafono del Governo. Tutto questo con buona pace di Floris che si vedrà slittare la prima puntata della nuova stagione della sua “creatura”. Tutto questo in casa Rai, quella che in nome del pluralismo aveva censurato i trailer di Videocracy, documentario sulla tv di Erik Gandini. Bella figura, grande coerenza.
A margine va segnalato che l’arroganza della Rai impedirà anche all’attesa premiere di “Tutti pazzi per la tele” di andare in onda. La stessa è stata posticipata al 22 settembre.
Torrnando alla querelle Ballarò-Porta a Porta, questa la motivazione del vicedirettore generale Antonio Marano:
“C’era la volontà di valorizzare un momento importante per il Paese. Per “Ballarò” non c’è alcun problema, è solo uno spostamento che abbiamo ritenuto opportuno visto il tipo di evento e per non far sovrapporre due programmi di approfondimento”.
La riposta di Floris:
“E’ un atto immotivato ai miei occhi, non riesco a comprenderne le ragioni. Avremmo potuto trattare gli stessi temi dello speciale di Raiuno, non vedo il motivo di sostituirci. Abbiamo un inviato in Abruzzo da due settimane e la cerimonia del 15 settembre era un avvenimento previsto da prima che presentassimo la trasmissione. Naturalmente poi avremmo parlato anche di altro, di attualità politica e di attualità economica”.
La presa di posizione di Bruno Vespa, diffusa da una nota dell’AGI (la dichiarazione completa del conduttore è disponibile in coda all’articolo stesso, dopo il “salto”)
“Raiuno e Porta a porta sono stati indiscutibilmente la rete e la trasmissione leader sul terremoto dell’Aquila”.
Attacca anche il direttore di RaiTre Paolo Ruffini:
“Si tratta di una decisione presa contro il nostro parere. Ho detto al responsabile dei palinsesti che la decisione di stravolgere la programmazione con una comunicazione improvvisa via e-mail, a meno di 48 ore dalla messa in onda del programma, dopo che era già stata tenuta peraltro la conferenza stampa avrebbe inevitabilmente assunto un nuovo sapore e danneggiato l’immagine aziendale”.
Ricordiamo che non più di tre mesi fa, il Codice di autoregolamentazione materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive aveva sancito lo stop alle “ricostruzioni”, a favore della cronaca pura. Speriamo bene…
UPDATE
Questa la prima dichiarazione ufficiale, in merito, di Bruno Vespa:
“Un riconoscimento a quanto il pubblico ci ha consentito di fare in favore dei terremotati e a chi, Protezione civile e tecnici e operai della provincia di Trento, ha battuto ogni record d’efficienza per rispettare l’impegno che Guido Bertolaso aveva preso con noi. Insieme con il direttore di Raiuno, Mauro Mazza forniremo domattina in conferenza stampa i dettagli della quindicesima stagione di ‘Porta a porta’ e della puntata di martedì. Posso tuttavia permettermi di ricordare fin d’ora che Raiuno e Porta a porta sono stati indiscutibilmente la rete e la trasmissione leader sul terremoto dell’Aquila. Grazie alla generosità dei telespettatori abbiamo raccolto ben quattro milioni di euro per alcune opere da realizzare nell’area del terremoto. Un milione e mezzo e’ stato speso per ricostruire la scuola materna di Onna con un edificio modello che ci inorgoglisce. La scuola, realizzata a tempo di record, sara’ inaugurata proprio martedi’. Questa prima serata, in cui si parlerà anche di tutti i temi d’attualità sul tappeto, è quindi anche un riconoscimento a quanto il pubblico ci ha consentito di fare in favore dei terremotati e a chi, Protezione civile e tecnici e operai della provincia di Trento, ha battuto ogni record d’efficienza per rispettare l’impegno che Guido Bertolaso aveva preso con noi”.
E’ arrivata anche la reazione di Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana:
“Il servizio pubblico si piega ad essere megafono politico del governo, Il vertice Rai sembra aver smarrito il senso della dignità del servizio pubblico. La decisione della Direzione Generale di spostare Ballarò perché nulla infastidisca, nella prima serata di martedi’, il “Porta a Porta” speciale dedicato alla riconsegna delle prime case ai terremotati abruzzesi, ha il carattere della propaganda più smaccata, con il servizio pubblico piegato al ruolo di megafono governativo. E’ la stessa Rai che si inventa motivazioni pretestuose per non mandare in onda i trailers di ‘Videocracy’, che lascia privi di copertura legale gli autori delle inchieste di “Report”, che fa sabotaggio burocratico di “Annozero”. Di una sola cosa bisogna ringraziare il vertice Rai: con queste ripetute azioni di censura sta facendo uno spot dietro l’altro a favore della manifestazione che la Fnsi ha convocato per sabato 19 settembre a piazza del Popolo. E’ sempre piu’ chiaro che ad essere colpito non e’ soltanto il nostro dovere di giornalisti di raccontare le cose, ma il diritto di un intero Paese a conoscere, a non essere travolto da rutilanti campagne mediatiche. La piazza piena sarà la migliore risposta a questo zelo servile”.