Bruno Vespa interrompe l’intervista a Gianluigi Paragone dopo la domanda sul canone speciale: “Arrivederci, è stato un piacere”
Il giornalista è intervenuto telefonicamente nel programma Benvenuti nella giungla.
In un periodo in cui ancora ci si interroga se il passaggio di Giovanni Floris dalla Rai a La7 sia stato conseguenza del primo editto-Renzi, così l’ha definito Carlo Freccero, o puro e semplice libero mercato, Bruno Vespa, per non saper né leggere né scrivere, sceglie di dribblare le domande scomode per allontanare il più possibile eventuali rogne da sistemare.
Il giornalista e conduttore di Porta a Porta, infatti, durante un’intervista a Benvenuti nella Giungla, trasmissione radiofonica in onda su Radio 105 condotta dalla strana coppia composta da Gianluigi Paragone e Mara Maionchi, ha attaccato il telefono in faccia (seppur con gentilezza) ai conduttori, nella fattispecie all’ex giudice e insegnante di X Factor e Amici, dopo una domanda riguardante il canone speciale, il canone di 407,35 euro indirizzato a partite Iva, pubblici esercizi e aziende iscritte alle Camere di commercio che ha creato immediatamente scalpore e che ha costretto il direttore generale Luigi Gubitosi ad un chiarimento.
Bruno Vespa è intervenuto telefonicamente nella trasmissione di Paragone per parlare soprattutto della polemica a distanza con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, reo di non risolvere il problema dei rifiuti che intaccano la bellezza del centro storico della capitale.
Il discorso, successivamente, si è spostato altrove e una delle domande di Mara Maionchi è stata la seguente:
I bollettini della Rai dei 408 euro che poi hanno detto che è stato un errore non sono come il pattume di Roma?
E’ giusto sottolineare che la domanda contiene un’inesattezza (ed è normale che succeda una cosa del genere se si decide di affidare conversazioni di questo livello a persone, con tutto il rispetto per la Maionchi, mosse dal solito fervore populistico con cui Paragone ormai ci va ampiamente a nozze).
Gubitosi, infatti, ha dichiarato che il canone speciale non è un’ingiunzione di pagamento ma un semplice invito ai destinatari di queste lettere di pagare il canone in caso di possesso di un apparecchio tv. Le lettere, quindi, non sono state spedite “per sbaglio”.
La legittimità del canone speciale e le opinabili e soprattutto confusionarie modalità per chiederne il pagamento, poi, possono essere ovviamente oggetto di domande, sperando sempre che ci venga risparmiata la solita provocazione terra terra.
Bruno Vespa, finché si è trattato di prendersi il suo inutile momento di gloria per aver sfidato il sindaco di Roma sui rifiuti, è rimasto in diretta senza difficoltà ma appena gli argomenti sono diventati un po’ più interessanti (si è parlato anche di Floris, ad esempio), il giornalista ha manifestato i primi segni di disagio.
Su Floris, se l’è cavata così:
Mi dispiace per la Rai. La perdita di un professionista è un peccato. Sono contento per lui. E’ giovane, ha il diritto e il dovere di sperimentare.
Ma sul canone, Vespa ha interrotto l’intervista:
Arrivederci e buonasera, è stato un piacere.
Menomale che non gli è stato chiesto nulla sul presunto editto-Renzi…
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