Bridgerton, Netflix fa causa agli autori del musical: non hanno i diritti
The Unofficial Bridgerton Musical ha violato la proprietà intellettuale della serie Netflix: le autrici Barlow & Bear sfruttano il titolo senza permessi.
Fonte: LIAM DANIEL/NETFLIX
Martedì 26 luglio è andato in scena al Kennedy Center di Washington The Unofficial Bridgerton Musical ma senza che gli autori avessero preventivamente preso accordi economici con Netflix. Per questa ragione la piattaforma ha deciso di portare in tribunale le autrici del musical, ovvero le cantautrici Abigail Barlow ed Emily Bear che sono state citate nella causa presentata venerdì scorso alla corte federale di Washington DC per palese violazione del copyright. Il musical è nato come un omaggio subito virale su Tik Tok, diventato poi un album che ha anche vinto il Grammy 2021 come Best Musical Theater Album e quindi si è trasformato in una vera e propria produzione ‘live in concert’, con tanto di ospiti di rilievo (tra cui diversi vincitori di Tony Awards) e biglietti messi in vendita a oltre 100 $ e pacchetti VIP – come riporta EW e come si può vedere sul sito ufficiale dell’evento al Kennedy.
Per quanto nella scheda di presentazione si parli di un lavoro ‘ispirato’ al successo di Netflix, la piattaforma contesta la sostanziale non ‘originalità’ dell’opera, come ha dichiarato a EW:
“Netflix supporta i contenuti realizzati dai fan, ma Barlow & Bear sono andate oltre, generando introiti a loro vantaggio senza aver ricevuto nessuna autorizzazione per lo sfruttamento di una proprietà intellettuale altrui. Abbiamo provato in tutti i modi di trovare un accordo con Barlow & Bear, ma si sono rifiutate di collaborare. I creatori, il cast, gli sceneggiatori e la troupe ci hanno messo tutto il proprio impegno professionale e umano nella realizzazione della serie e la nostra azione vuole proteggere i loro diritti”.
Di fatto la questione riguarda i diritti di uso del materiale: la serie stessa è ispirata a una collana di romanzi di Julia Quinn, ma per realizzare il titolo la produzione – Shondaland – ha acquisito i diritti e ha dunque seguito le indicazioni per il rispetto della Proprietà Intellettuale (IP). Il Musical, invece, non ha preso accordi con nessuno per la realizzazione di musiche e contenuti ‘ispirati’ alle vicende e ai personaggi raccontati nelle miniserie Netflix, sebbene nel manifesto si legga di avere i necessari permessi. Alle autrici viene dunque contestato di aver usato per le loro canzoni interi dialoghi della serie, oltre ai tratti caratteriali e modi di dire propri della serie a scopi di lucro e soprattutto senza aver ricevuto alcuna autorizzazione dai detentori dei diritti.
Un’azione non fatta ai tempi dell’album, ma che adesso arriva dopo il live al Kennedy Center e tiene conto anche dei prodotti venduti online da Barlow & Bear: in pratica uno sfruttamento dei contenuti di Bridgerton – La serie iniziato nel 2020, fin da quando il titolo è diventato tra i più visti di Netflix, con un impatto sull’immaginario globale non indifferente. In questi anni si è cercato di trovare una qualche forma di accordo, ma senza risultati.
“È bellissimo vedere il pubblico innamorarsi di Bridgerton e vedere in che modo la fandom è riuscita a creare sull’onda dell’amore per la serie. Ma quella che era iniziato come un divertente omaggio social da parte di Barlow & Bear si è trasformata in una palese violazione della proprietà intellettuale a mero, e proprio, vantaggio economico. Questi contenuti sono stati creati da Julia Quinn e portati sul piccolo schermo grazie al duro lavoro di tantissime persone. Netflix non può restare a guardare e consentire a Barlow & Bear di violare la proprietà intellettuale di Bridgerton “
ha dichiarato il produttore esecutivo della serie Shonda Rhimes. E la Rhimes non è nota per essere arrendevole. La battaglia è appena iniziata.