Bobo Tv, quattro minuti di nulla autoreferenziale
Vieri, Adani, Cassano e Ventola non hanno portato in televisione la Bobo Tv, bensì i loro personalismi, in un mix di esasperazioni, frecciate, risatine e baccano fine a se stesso
Un progetto che non accontenta nessuno. Né gli appassionati, che seguono da tempo l’appuntamento su Twitch, né tantomeno il pubblico televisivo, disorientato di fronte a quattro minuti di oggettivo nulla. La Bobo Tv è un grande “boh“. Un malinteso, un equivoco che poggia le basi sull’assurda volontà di fondere due mezzi di comunicazione tanto diversi quanto distanti.
Sulla carta tutto sembrava semplice: prendere un fenomeno del web e trasferirlo sul piccolo schermo. Ma di scontato, soprattutto in tv, non c’è niente. Oddio, a dire il vero, che certe contaminazioni non funzionano ormai dovrebbero saperlo tutti. Eppure, l’incapacità di sperimentare e la facile fascinazione dinanzi a determinate sirene tendono sempre più ad avere la meglio.
Christian Vieri, Daniele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola non hanno portato in televisione la Bobo Tv, bensì i loro personalismi, in un mix di esasperazioni, frecciate, risatine adolescenziali e baccano fine a se stesso. Non c’è analisi del Mondiale in Qatar, non c’è approfondimento. Un po’ per il tempo ridotto all’osso – che già da solo varrebbe come simbolo del fallimento dell’operazione – un po’ perché stiamo parlando di mini-clip registrate e preconfezionate che, per forza di cose, non tengono mai conto delle partite del tardo pomeriggio e della sera.
Ecco allora l’inevitabile scollamento dall’attualità, con commenti riferiti alle gare del giorno prima non aggiungono una virgola alla causa.
Quel che resta, tra dati d’ascolto letti in maniera volutamente approssimativa (“ci hanno seguito in 2,3 milioni col 18% di share“, salvo omettere che i numeri riguardavano l’eccezionale appuntamento della domenica pomeriggio andato in onda subito dopo Marocco-Belgio) e polemiche col mondo alimentate dai diretti interessati, è piuttosto la massiccia dose di autoreferenzialità. Stucchevole, disarmante e di cui la Rai non aveva affatto bisogno.