Blob chiede scusa per la puntata di mercoledì ‘blasfema, razzista’ e con bestemmia finale targata Spike Lee
Blob è un luogo televisivo storicamente spregiudicato e di rottura. Ma, al momento opportuno, è chiamato ad assumersi le sue responsabilità come tutti gli altri programmi ‘canonici’. E’ così che Paolo Ruffini, direttore di RaiTre, rivolge le proprie scuse pubbliche per la puntata andata in onda mercoledì scorso, giudicata ‘blasfema’, ‘razzista’ e colpevole di una
Blob è un luogo televisivo storicamente spregiudicato e di rottura. Ma, al momento opportuno, è chiamato ad assumersi le sue responsabilità come tutti gli altri programmi ‘canonici’. E’ così che Paolo Ruffini, direttore di RaiTre, rivolge le proprie scuse pubbliche per la puntata andata in onda mercoledì scorso, giudicata ‘blasfema’, ‘razzista’ e colpevole di una bestemmia finale (una clip del film di Spike Lee La 25a ora). L’Aiart (l’associazione onlus spettatori) ha provveduto, infatti, a presentare un esposto-denuncia alla procura di Roma:
“Quando si sbaglia c’è una sola cosa corretta da fare ed è ammettere l’errore, chiedere scusa, e operare in modo che quanto avvenuto non abbia a ripetersi, senza per questo pensare di avere la regola dell’infallibilità. Questo è quello che come direttore di Rai3 ho il dovere di fare, per la responsabilità che mi compete. Considero Blob un programma intelligente, irriverente, geniale a volte, sempre spiazzante; ho sempre difeso e intendo continuare a difendere la sua libertà e la sua collocazione oraria nel palinsesto di Rai3, di cui è parte integrante da oltre 20 anni”.
Il problema è quello della blasfemia intenzionale (non la bestemmia che ‘scappa’ in un reality e pure ha provocato eliminazioni da regolamento), seppure in questo caso si potrebbe parlare di una citazione d’autore, ma ritenuta decontestualizzata in fascia protetta come riconosciuto dallo stesso Ruffini:
“La lunga invettiva di Spike Lee né nel film né in Blob avrebbe voluto mai essere interpretata con una bestemmia. Ma siccome sono state ferite sensibilità che meritano rispetto, è stato comunque un errore. Enrico Ghezzi concorda con me”.
Dalla sua Giogio Merlo, deputato Pd e vicepresidente della commissione di Vigilanza, ha rincarato la dose:
“Blob di mercoledì è stato uno spettacolo semplicemente blasfemo, ma anche la fiction Terra ribelle ha avuto immagini poco compatibili con la cosiddetta fascia protetta”.
Anche il vicepresidente della Commissione Affari Europei, Enrico Farinone, si è unito al coro di proteste proveniente soprattutto dal quotidiano di riferimento cattolico:
“Apprendo da Avvenire e dall’Aiart con stupore che mercoledì alle venti sono andate in onda bestemmie e insulti a Blob. E’ il segno di un degrado del servizio pubblico che non può essere sottovalutato”.
L’unico a stagliarsi, nel plotone di esecuzione dei contestanti – c’è chi ha difeso il punto di vista dei bambini che si fossero sintonizzati su Blob mercoledì – è il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti:
“Sarebbe sbagliato non ricordare che proprio Blob ha svelato con ironia gli orrori della televisione. Ci auguriamo che la campagna contro la bestemmia in televisione si estenda alla lunga sequela di bestemmie arrivate da Avetrana”.
E la caccia all’untore assume subito risvolti da ‘scaricabarile’, misti a improvvisi pruriti etici di matrice cattolica.