Bianca Berlinguer, con un altro cognome l’approdo a Mediaset non farebbe notizia
L’approdo di Bianca Berlinguer nella tv commerciale creata da Berlusconi è oggettivamente suggestivo. La figlia dell’ultimo grande comunista italiano che entra nella casa dell’anti-comunista per eccellenza. Ma la storia racconta di un rapporto che fra i due non è mai stato teso
Bianca Berlinguer a Mediaset. Addirittura su Rete 4. Fino a qualche tempo fa la notizia sarebbe rientrata nella categoria del fantamercato, invece oggi ci ritroviamo di fronte ad un accordo reale, siglato nero su bianco.
L’approdo nella tv commerciale creata da Berlusconi è oggettivamente suggestivo. La figlia dell’ultimo grande comunista italiano che entra nella casa dell’anti-comunista per eccellenza, secondo cui il comunismo nella storia era stato portatore solo di “miseria, terrore e morte”.
Un accostamento che genera sorpresa, che fornisce titoli, che riempie prime pagine di giornali. Ma che non va oltre perché – sembrerà strano – Bianca Berlinguer e Silvio Berlusconi non hanno mai duellato, né hanno mai dato vita ad un conflitto a distanza.
Bianchina – come la chiama Mauro Corona, anche lui sbarcato a Mediaset – non è Michele Santoro, non è Marco Travaglio, non è Daniele Luttazzi, non è Enzo Biagi. Non si ricordano attacchi dell’ex leader di Forza Italia alla Berlinguer, non si segnalano ‘editti’, affondi, richieste di estromissione, o altro.
Direttrice del Tg3 dal 2009 al 2016 (sette anni, un record per i tempi della Rai), la rimozione dalla poltrona non avvenne sotto il governo di centrodestra, bensì con Matteo Renzi a Palazzo Chigi, con cui battibeccò qualche mese dopo l’allontanamento. “Ha mai ricevuto una telefonata da me?”, le domandò provocatoriamente l’allora premier in una puntata di Politics che li vide uno davanti all’altro. E la Berlinguer non si lasciò sfuggire la stoccata: “Da lei personalmente no”. Con quel “da lei personalmente” evidenziato per tre volte.
Curiosità volle che a stigmatizzare il cambio della guardia al Tg3 e le nuove nomine furono esponenti azzurri come Maurizio Gasparri e Renato Brunetta, che arrivarono ad associare Renzi ad Erdogan.
Pure i faccia a faccia televisivi tra la Berlinguer e Berlusconi non hanno mai generato scossoni. Sorrisi, battute, clima disteso. L’unico intoppo, se proprio vogliamo definirlo così, si manifestò nel maggio 2019, alla vigilia delle elezioni europee, con la conduttrice di Cartabianca costretta a stopparlo per rispettare i minuti imposti dalla par condicio. “Lei mi ha interrotto troppe volte, la televisione secondo me non si fa così”, ironizzò il Cavaliere prima di andarsene. “Lo sapevo che qualche critica me la doveva fare”, ribatté divertita la padrona di casa. Nulla a che vedere con il “si contenga” urlato al telefono a Santoro in una puntata de Il Raggio Verde, o con il “si vergogni per come si è comportata” gentilmente donato alla Annunziata in un bollente match a In mezz’ora.
Cartabianca, inoltre, non è mai stato un covo anti-berlusconiano o anti-sovranista. Al contrario, spesso e volentieri la Berlinguer si è circondata di voci di destra, a partire da Mario Giordano, prima che quest’ultimo riottenesse spazio in tv e andasse a sfidarla al martedì sera. Identico discorso per Francesco Borgonovo e Maurizio Belpietro. Il direttore de La Verità, nel novembre 2018, si rese protagonista di un violento scontro con il corrispondente tedesco Ugo Gumpel. La Berlinguer non restò a guardare e si schierò a sorpresa a favore di Belpietro, che sarebbe tornato negli anni innumerevoli volte nel talk di Rai 3. E Gumpel? Per lui solo un avvertimento, assai eloquente: “E’ l’ultima volta che viene in questa trasmissione”. Infatti, non si è più visto.
Si potrebbe infine aggiungere alla lista l’intesa costruita con Striscia la Notizia, che nel lungo periodo di epurazione di Corona da Cartabianca sostenne la giornalista a danno dell’allora direttore di rete Franco Di Mare.
Insomma, provate a immaginare Bianca con un altro cognome. A quel punto, la notizia dell’intesa con Mediaset vi farebbe sicuramente meno effetto.