Bianca Berlinguer a Belve: “Cartabianca mi sembra che sia sopportata, non apprezzata. Censura? Tentativi sì, però c’è il libero arbitrio”
Intervistata dalla Fagnani, la Berlinguer, dopo aver ripercorso gli anni alla guida del Tg3, ha confessato la sensazione di solitudine che prova ora in Rai
Bianca Berlinguer è stata una delle due protagoniste del secondo appuntamento di Belve, in onda in questa stagione per la prima volta su Rai 2. Francesca Fagnani, ideatrice e conduttrice del programma, come sempre, è riuscita anche con la giornalista, attualmente al timone di Cartabianca, in passato direttrice del Tg3 per sette anni, a portare alla luce aspetti inediti della sua personalità. Oltre a questi però, nel corso della chiacchierata, si sono aggiunte anche diverse considerazioni professionali, a partire dall’esperienza al telegiornale della terza rete fino a quelle che riguardano il suo attuale impegno settimanale.
La Berlinguer infatti ha ripercorso il suo addio al Tg3 e il suo discorso di commiato in cui parlò di “pressioni spesso sgraziate e attacchi altrettanto sguaiati”:
Io dico sempre: “Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io”. In un certo senso, nella mia vita professionale, sono stata attaccata anche dalla destra, ma spesso mi sono dovuta difendere da attacchi che arrivavano dalla sinistra.
Rispondendo sempre a una domanda sulla sua esperienza da direttrice del telegiornale ideato da Biagio Agnes e Sandro Curzi, Bianca Berlinguer ammette di essere stata “un direttore divisivo“; durante gli anni alla guida del Tg3 non sono mancati poi colpi bassi:
Persone che in un qualche modo si erano avvicinate a me, avevano ottenuto anche certi ruoli e posizioni, senza alcun motivo, hanno tramato, come purtroppo come spesso avviene in redazioni giornalistiche, cercando di mettermi in difficoltà.
Vittima di censura, tema diventato nuovamente caldo in Rai dopo il caso Fedez al Concerto del Primo Maggio? Ecco la risposta della giornalista:
Tentativi di censura sì, ma più che tentativi di censura, magari fare un certo tipo di servizi oppure dare una caratterizzazione particolare a quello che stava succedendo. […] Poi però il libero arbitrio c’è: ognuno di noi è libero – e anche in Rai si è liberi – di assecondare o no quelle richieste.
La Berlinguer ha ammesso poi di essersi dispiaciuta per una dichiarazione fatta da Michele Santoro all’interno di un’intervista su Domani ed è tornata poi a parlare di Mauro Corona, escluso da Cartabianca, dopo che l’apostrofò in diretta con l’epiteto “gallina”.
Ancora soffro per Mauro Corona. Ci siamo sempre sentiti. […] Io, con Mauro Corona, avevo costruito quella parte molto importante della mia trasmissione, che veniva anche molto apprezzata dal pubblico. E poi mi ha ferito molto che non sia stata presa in nessuna considerazione la mia opinione.
La giornalista ha poi confermato la sua “sensazione di solitudine”, espressa già in un’intervista a Il Fatto Quotidiano:
In quest’ultimo anno mi sono sentita molto isolata devo dire. Ho avuto come la sensazione di lavorare da sola, sempre da sola con il mio gruppo, e come che questa trasmissione, Cartabianca, c’è, ma è sopportata, non apprezzata. Mi sono mancati dei punti di riferimento aziendali, che tutto sommato nella Rai ho sempre avuto.
E per concludere non è mancato nel corso dell’intervista un riferimento all’arrabbiatura di Maurizio Mannoni per il ritardo con cui alcune settimane fa Linea Notte ha iniziato il proprio appuntamento, dopo uno sforo autorizzato, rivendica la Berlinguer, di Cartabianca:
Quando c’era Floris, io sono intervenuta dopo che la linea mi era arrivata per due, tre volte con 15/20 minuti di ritardo. Invece qui le sfuriate di Mannoni sono arrivate per 3/4 minuti al massimo. E l’ultima volta, quando ci sono stati quei dieci minuti e lui ha attaccato, paragonando Valerio Rossi Albertini e i suoi esperimenti ad Art Attack, ero stata autorizzata a sforare: mai mi sarei permessa di arrivare a tanto. […] Non mi ha divertito la battuta di Mannoni, per niente.