Berlusconi vs. Bertinotti a Porta a Porta
I capelli delocalizzati del premier contro la erre moscia di Bertinotti. Con buona pace di un Vespa insolitamente silenzioso ma visibilmente soddisfatto. Nell’interruzione pubblicitaria – prima di affrontare il caso Fassino-Unipol e dopo aver visto Berlusconi negare il conflitto di interessi e dichiarare di aver separato integralmente i propri interessi di imprenditore dalla propria attività
I capelli delocalizzati del premier contro la erre moscia di Bertinotti.
Con buona pace di un Vespa insolitamente silenzioso ma visibilmente soddisfatto.
Nell’interruzione pubblicitaria – prima di affrontare il caso Fassino-Unipol e dopo aver visto Berlusconi negare il conflitto di interessi e dichiarare di aver separato integralmente i propri interessi di imprenditore dalla propria attività di politico – viene genialmente (e, lasciatemelo sostenere, ad arte) mandato in onda uno spot che parla delle grandi opere. Le grandi opere fanno crescere l’Italia. Stiamo lavorando per voi e per i vostri figli dice lo spot.
Probabilmente la puntata non sarà all’altezza dei celeberrimi dibattiti all’americana – anche perché il confronto non è fra i due candidati premier, ma pazienza – eppure finalmente si vede un minimo di politica. Un minimo. Perché finite le argomentazioni, Silvio Berlusconi si trincera dietro un elenco confuso di cose fatte, riferendosi al voi, il nemico rosso, i comusti, dà tutte le colpe al passato e esalta il suo personalissimo presente. Bertinotti, di rimando, lavora di aforismi e usa il termine deontologico. Che è bello a sentirsi e a pensare che in tv ci va qualcuno che conosce l’italiano.