Dibattiti di giorno, di pomeriggio e di sera. Scontri, confronti, duelli, monologhi. La campagna elettorale per le Europee sta mettendo a dura prova la pazienza del pubblico televisivo, che vede nel 26 maggio la data della liberazione da un estenuante chiacchiericcio politico e, soprattutto, dai vincoli della par condicio.
Per i più annoiati, però, c’è un giochino che potrebbe rendere l’attesa meno piatta e monotona. Parliamo della disposizione delle foto alle spalle di Silvio Berlusconi, che si spostano magicamente ogni volta che quest’ultimo decide di intervenire dallo studio di Arcore.
L’analisi potrebbe partire da lontano, ma abbiamo deciso di sondare solo le apparizioni degli ultimi dieci giorni: Porta a porta del 9 maggio, Povera Patria del 13 e Rai Parlamento di venerdì scorso.
A non schiodarsi mai dalla sua posizione è la coppa Intercontinentale alzata dal ‘suo’ Milan tra il 1989 e il 1990. Buttando invece l’occhio sotto al trofeo si può notare come l’immagine dei giocatori rossoneri che portano Berlusconi in trionfo lasci spazio il 17 maggio ad una foto di gruppo non ben identificata.
Saldo pure lo scatto con i figli Piersilvio e Luigi realizzato la notte di Atene del 2007, mentre sempre Piersilvio a pochi centimetri scompare e si riappalesa a seconda delle occasioni. Discorso identico per la fidanzata Francesca Pascale, ‘esposta’ solo durante Povera Patria.
Attenzione infine al logo di Forza Italia, alla sinistra di Berlusconi: non è sempre lo stesso. Una volta lo slogan è ‘Berlusconi Presidente’ , altre ‘Berlusconi, per cambiare l’Europa’.
Una lettura inedita sull’argomento la offre il backstage del talk di Raidue, che svela come le cornici sostituite spesso sostino fuori dall’inquadratura, in attesa di un nuovo posto al sole. Una panchina lunga insomma, pronta a “scendere in campo” se e quando necessario.
L’apparente e originale casualità, potrebbe al contrario nascondere una precisa strategia comunicativa. In attesa di saperne di più, lo spettatore può divertirsi giocando al ‘trova le differenze’, in una sorta di ‘sindrome’ del pinguino che nel film Misery non deve morire puntava sempre verso sud. Fino a quando Annie, la protagonista, non si accorse che la collocazione era mutata.