Berlusconi: “Fermare i processi in tv stile Anno Zero”
Silvio Berlusconi torna a parlare di televisione, o meglio di quel pezzo di televisione che proprio non gli va giù. L’obiettivo è il consueto Annozero di Michele Santoro, la trasmissione di approfondimento giornalistico di RaiDue. Non passa giorno che membri del Governo e molti autorevoli esponenti del Partito Democratico, le cui amministrazioni locali in Campania,
Silvio Berlusconi torna a parlare di televisione, o meglio di quel pezzo di televisione che proprio non gli va giù. L’obiettivo è il consueto Annozero di Michele Santoro, la trasmissione di approfondimento giornalistico di RaiDue. Non passa giorno che membri del Governo e molti autorevoli esponenti del Partito Democratico, le cui amministrazioni locali in Campania, Abruzzo e Basilicata sono al centro di diverse inchieste in questi mesi, riferiscano più o meno velatamente dell’intenzione di procedere ad una riforma della Giustizia.
Non è una novità che il nostro Premier abbia una forma piuttosto acuta di allergia nei confronti dei magistrati e naturalmente per tutti quei media che dedicano ampio spazio alla cronaca giudiziaria, specialmente quella che riferisce di inchieste avviate a carico di politici. A finire sul banco degli imputati di Berlusconi è Santoro, proprio per via del tema affrontato nell’ultima puntata.
Annozero di giovedì scorso è stato dedicato al tema della “questione morale”, con particolare riferimento al lavoro del magistrato di Catanzaro Luigi De Magistris che ha causato il conflitto fra la sua ex procura e quella di Salerno, un tema che Berlusconi non ha gradito. Secondo il Presidente del Consiglio si tratta di “processi in tv”, semplicemente non se ne dovrebbe parlare.
Basta con questi processi mediatici. Ho guardato in tv la trasmissione ‘”Annozero” e ho visto che addirittura hanno simulato una sorta di fiction su fatti che non sono ancora andati a processo. Una ricostruzione avvenuta soltanto attraverso i testi delle intercettazioni.
Annozero nella puntata in oggetto si è avvalsa, in uno dei servizi filmati mandati in onda, di due attori perchè ripetessero quanto raccolto da alcuni documenti delle inchieste giudiziarie.
Non risulta alle cronache che il Presidente Berlusconi si sia mai scagliato in passato contro le tante “ricostruzioni” che da Porta a Porta a Matrix vengono offerte al pubblico quando si tratta di fatti di sangue stile Cogne o Garlasco.
Ci attende a breve una legge che, oltre a rendere più difficile (se non impossibile) pubblicare le intercettazioni telefoniche, vieti che trasmissioni televisive si occupino di cronaca giudiziaria, almeno quella che vede implicati politici?