Berlusconi all’attacco di Sky Italia: “il proprietario è straniero”
Deve averci preso gusto Silvio Berlusconi, il premier è tornato ad attaccare Sky Italia proprio quando la scia delle polemiche legate al raddoppio dell’Iva sulle Pay tv sembra essersi esaurita. Il Presidente del Consiglio ha particolarmente sofferto la rabbiosa reazione di Sky al provvedimento contenuto nel Decreto Anti-Crisi condita da spot e da una violenta
Deve averci preso gusto Silvio Berlusconi, il premier è tornato ad attaccare Sky Italia proprio quando la scia delle polemiche legate al raddoppio dell’Iva sulle Pay tv sembra essersi esaurita. Il Presidente del Consiglio ha particolarmente sofferto la rabbiosa reazione di Sky al provvedimento contenuto nel Decreto Anti-Crisi condita da spot e da una violenta campagna mediatica, ed ha ancora voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
La sua ultima uscita è un attacco alla proprietà, straniera quindi “cattiva“, sicuramente non nella posizione di rivendicare privilegi di alcun genere. Berlusconi resta sull’onda dell’operazione CAI portata a termine per mantenere a tutti i costi “l’italianità” di Alitalia e intervenuto a Bruxelles di fronte ad una platea di giovani di Forza Italia ha piazzato il suo colpo.
E’ monopolista del satellite, non ha limiti di pubblicità, è posseduta da un cittadino straniero che si porta via tutti i soldi e che mi sembra abbia ancora privilegi tali da poter essere non contento ma supercontento.
Sarà sicuramente poco contento di sentire la sua uscita l’avversario Rupert Murdoch, dipinto come un invasore straniero che “sottrae” soldi al sistema Italia, resta il fatto che non si sentiva certamente il bisogno di una recrudescenza delle polemiche fra il Governo e Sky, polemiche che comunque ripartiranno quando gli aumenti degli abbonamenti partiranno a Gennaio
L’accusa è fra l’altro piuttosto ingenerosa nei confronti di Sky Italia che, pur senza fare regali a nessuno, ha investito in questi anni somme ingenti nello sviluppo e nella crescita della piattaforma satellitare quando tutti gli operatori italiani (Telecom) e i francesi di Canal Plus si erano “arresi” lasciando Stream e Telepiù sull’orlo del fallimento.