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Beppe Grillo a Che tempo che fa: show comico, comizio politico e… le responsabilità di Fazio

Beppe Grillo a Che tempo che fa: un po’ show comico, un po’ comizio politico. Con Fabio Fazio spalla che rinuncia alle domande

13 Novembre 2023 08:35

Arrugginito, incontenibile, delirante, forse definitivamente fuori tempo massimo. Beppe Grillo a distanza di quasi dieci anni (l’ultima volta era stata su Rai1 da Bruno Vespa a Porta a porta nel pieno della campagna elettorale per le Europee del 2014, poi perse nettamente dal Movimento Cinque stelle) è tornato in tv.

Beppe Grillo, show o comizio da prendere sul serio

Da Fabio Fazio a Che tempo che fa su Nove, si è presentata una figura ibrida, metà comico metà politico. E dunque la prima domanda da porsi è: le dichiarazioni pronunciate dal “vecchio” vanno prese sul serio o è più corretto considerarle battute di un affannato cabarettista? Come quando in apertura confessa il suo fallimento politico. Una rassegnata presa di coscienza o una boutade per entrare in empatia col pubblico (operazione fallita, almeno a giudicare dal gelo creatosi in studio)?

Qualora le talvolta incomprensibili sortite di Grillo fossero da prendere sul serio, allora andrebbe stigmatizzato soprattutto il padrone di casa. Fazio, con tanto di campanellina in mano da far risuonare “se vado fuori tono“,  ha infatti scelto di fare la spalla del garante del M5S rinunciando dal minuto uno a porre domande e, soprattutto, a pretendere risposte come sarebbe d’uopo di fronte ad un esponente politico. Certamente non un atteggiamento inedito per don Fabio, si dirà. Ma mai era parso così remissivo.

La certezza è che l’ospitata di Grillo durata un’oretta circa è stata un colpo televisivo (lautamente pagato, immaginiamo) destinato a far parlare.

Il meglio e il peggio di Beppe Grillo da Fazio

Tecnicamente debolissimo, il pezzo comico di Grillo ha goduto di pochissimi momenti godibili, come le battute su Giuseppe Conte (“Dovevamo scegliere qualcuno della società civile, conobbi Conte e dissi: É un bell’uomo, laureato, parla inglese. Poi quando parlava si capiva poco, quindi era perfetto per la politica“), quelle su Tajani, il cavallo di battaglia sul serial killer Donato Bilancia e alcuni aneddoti ormai da repertorio. Tanti, invece, i passaggi non riusciti: su tutti “l’inopportuno” riferimento all’avvocato Giulia Bongiorno, che nel processo in corso a Tempio Pausania difende la ragazza che sostiene di essere stata violentata da Ciro Grillo, figlio di Beppe: “E’ un avvocato, presidente della commissione Giustizia, è una senatrice della Lega che fa comizietti davanti ai tribunali, dove c’è una causa a porte chiuse… È inopportuno. Così si mischia tutto“.

Forse la vera e definitiva domanda da porsi è una e somiglia alla seguente: a cosa o a chi è servita questa trovata televisiva (che potrebbe avere un seguito, a quanto fatto intendere da Fazio in diretta)?

Al pubblico del piccolo schermo che è potuto tornare a gustarsi lo show di uno dei comici più travolgenti dello spettacolo italiano? Agli elettori che ora hanno qualche elemento nuovo per giudicare le vecchie scelte compiute alle urne? A Fazio che ha avuto modo di confermare (a se stesso, al pubblico e a Mamma Rai) che sta giocando un campionato a parte? A Grillo che dopo oltre dieci anni di accesa battaglia politica vuole fare pace con se stesso e con il pubblico televisivo?