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Il governo mette all’asta le frequenze digitali – Niente beauty contest

Approvati gli ordini del giorno di Lega Nord, IdV e Pd: il governo si impegna ad annullare il beauty contest.

pubblicato 16 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:07


Alla fine, il beauty contest non ci sarà. Il governo ha approvato due ordini del giorno di Lega Nord, Idv e Pd che impegnano l’esecutivo ad effetuare una gara onerosa per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre.

Il beauty contest (che, come spiegheremo fra poco, non è affatto una peculiarità italiana) era stato deciso dal precedente governo Berlusconi (e dunque votato anche dalla Lega Nord).

I tre ordini del giorno sono stati firmati come primi firmatari da Roberto Maroni, Antonio Di Pietro e Paolo Gentiloni. Essendo stati accolti, non sono stati sottoposti a votazione. Così, il governo si è impegnato ad

annullare il bando di gara per l’assegnazione di diritto d’uso di frequenze in banda televisiva ed il conseguente disciplinare di gara, che finirebbe per implementare a titolo gratuito la già rilevante detenzione di frequenze di soggetti già operanti.

Il beauty contest aveva suscitato polemiche per la possibilità (o la certezza) di favorire, sostanzialmente, Rai e Mediaset. SKY si era chiamata fuori. Ora sarà interessante vedere quali saranno le regole per l’asta e, soprattutto, quanto renderà quest’asta.

Ieri Michele Santoro, a Servizio Pubblico, aveva offerto, simbolicamente, 1 milione di euro (aggiungendo poi «potrebbero diventare 100»), meglio di niente. Adesso non resta che aspettare i fatti.