Barbara d’Urso: “Per la Dottoressa Giò ho spiato i medici veri”
Intervistata dal Corriere della Sera, l’attrice e conduttrice rivela alcuni retroscena della fiction di cui sarà protagonista: “Una donna in difesa delle donne”.
Torna dopo 20 anni sul piccolo schermo Giorgia Basile, la ginecologa interpretata da Barbara d’Urso, protagonista de La dottoressa Giò. La fiction, andata in onda per due stagioni nel 1997 e il 1998 su Rete 4, approderà nel prossimo inverno su Canale 5 e seguirà le nuove avventure del medico romano, impegnata nell’apertura di un centro antiviolenza a sostegno delle donne.
Nella storia che rappresentiamo non sono trascorsi vent’anni, ma solo due. La Dottoressa Giò torna in sala parto dopo un processo, accusata dal primario, uomo cattivo, di averlo diffamato: è stata infatti testimone di una violenza avvenuta in ospedale e la prima cosa che fa, appena viene giustamente riabilitata, è aprire un centro antiviolenza.
Scopo della fiction è porre al centro della narrazione quei temi di impegno civile che vengono esaminati nelle rubriche dei salotti pomeridiani della d’Urso:
Una battaglia che svolgo anche nei miei programmi. Uso la televisione per denunciare i casi di sopruso sulle donne e quelli di omofobia. Lo ritengo un mio dovere.
Ad interpretare il nemico di turno sarà Christopher Lambert, il Connor MacLeod di Highlander ed ex-compagno di Alba Parietti, per la prima volta davanti alle telecamere con la conduttrice:
Sono lusignata dalla sua presenza, curioso di scoprirlo come compagno di scena. Spero che reciti in italiano, il francese non lo conosco.
La madrina di Pomeriggio 5 ha rivelato al quotidiano le differenze che percepisce a livello emotivo tra lo studio televisivo e il set e il modo in cui si è preparata per il ritorno alla fiction, da cui si allontanò nel 2006:
Quando conduco sono io, è più facile, sono abituata: parte la diretta e vado avanti a oltranza. Qui devo essere lei ed è più complicato, ho paura di non essere credibile: c’è bisogno di maggiore concentrazione. Ma al di là dell’interpretazione umana del personaggio, era necessaria una preparazione sul piano, diciamo così, professionale, quindi ho svolto un training al Fatebenefratelli di Roma.
Vestendo i panni del figlio Gianmauro, medico, e seguendo alla lettera le pratiche del metodo Stanislavskij, la d’Urso si è sporcata le mani proprio in corsia per immedesimarsi nel ruolo della dottoressa:
Alle 6 e mezzo del mattino ero in sala operatoria, dove assistevo agli interventi. Vent’anni fa era consentito girare delle scene, i parti che si vedevano erano veri, ora per legge non è possibile. Mi sono limitata ad osservare e imparare dai veri medici, tutti molto disponibili: qualcuno mi riconosceva e si sorprendeva di vedermi in camice.
La serie conterà quattro puntate, prodotte da Picomedia. Alla regia Antonello Grimaldi.