Barbara D’Urso a Victor Victoria: “Non faccio tv trash ma passionale”. Aldo Grasso svela il suo trucchetto
La D’Urso lo aveva giurato sui suoi figli e i nostri lettori ce lo ricordano quotidianamente: non avrebbe fatto tv trash quest’anno. Gli eventi hanno puntualmente smentito questi presupposti, trasformando i programmi di Lady Domenica nella fiera della rissa. Eppure la conduttrice ha percorso una strada furbamente strategica, al di sopra di ogni sospetto. La
La D’Urso lo aveva giurato sui suoi figli e i nostri lettori ce lo ricordano quotidianamente: non avrebbe fatto tv trash quest’anno. Gli eventi hanno puntualmente smentito questi presupposti, trasformando i programmi di Lady Domenica nella fiera della rissa. Eppure la conduttrice ha percorso una strada furbamente strategica, al di sopra di ogni sospetto. La sua difesa ufficiale è avvenuta ieri sera nel salotto di Victoria Cabello, in un’ospitata surreale all’insegna del playback “a caxxo” di Dolceamaro, hit trash a quanto pare cult nelle discoteche gay.
Victoria Cabello ha ricordato alla sua ospite il patto stipulato con i telespettatori, ma soprattutto con il sangue del suo sangue, mostrando i litigi più accesi scoppiati nelle sue trasmissioni:
“Io ho l’incubo della fascia protetta. Le mie trasmissioni sono tutte protettissime. A rivedere queste immagini dico che succede, ma quella non è tv trash. Non è tv volgare. E’ la passione. Quando uno espone dei concetti sulla realtà spazzatura dell’Italia lo fa in maniera passionale. Sono tredici puntate, 5 ore per 13 fa circa 70, 5 minuti di passione su 70 ci stanno”.
Detto così non fa una piega. E a inquadrare l’alibi perfetto della D’Urso è l’autorevole Aldo Grasso su Corriere.it. Il critico, già da qualche settimana ormai, ha ricostruito alla perfezione il movente della Barbarella nazionale:
“Domenica Cinque è diventata un’osteria, di quelle che si sapeva che tutto finiva in litigio se non in botte. La cosa curiosa è che la spazzatura della Perego era volontaria, ricercata, gli autori si mettevano lì e si ingegnavano su quale schifezza proporre la domenica pomeriggio. Non c’è mai schifezza come quella involontaria. La D’Urso applica proprio il trash involontario come trucchetto. Se c’è un bel falò e io gli metto la paglia vicino, al primo refolo di vento quella paglia si incendia. Metto persone di ideologia contrapposte, butto lì un tema forte e aspetto che la paglia si incendi. La riprova è la faccina candida della D’Urso, che è quella che ha appiccato il fuoco e poi si chiede: ‘O mio dio, cos’è successo, dove mi trovo signora mia?’. Signora mia, è lei che ha appiccato il fuoco”.
Chapeau.