Home Notizie Barabba, gli americani promuovono la fiction (ma bacchettano l’inglese delle attrici italiane)

Barabba, gli americani promuovono la fiction (ma bacchettano l’inglese delle attrici italiane)

The Hollywood Reporter ha recensito Barabba, la fiction in onda la prossima settimana su Raiuno, co-produzione internazionale. Promossi Billy Zane, Filippo Nigro e Marco Foschi, mentre Anna Valle e Cristiana Capotondi si fanno notare per l’inglese non perfetto.

26 Marzo 2013 17:37

Barabba

Non capita tutti i giorni di avere a che fare con una recensione americana di una co-produzione internazionale a cui partecipa anche l’Italia. E’ successo nelle scorse ore, quando “The Hollywood Reporter” ha recensito il film-tv “Barabba”, in onda ieri ed oggi su Reelz Channel. La miniserie, da noi, andrà in onda l’1 ed il 2 aprile su Raiuno.

E’ curioso, dunque, sapere cosa ne pensano oltreoceano di un lavoro principalmente italiano: a scrivere la sceneggiatura sono stati Francesco Scardamaglia (scomparso nel 2010), Nicola Lusuardi e Salvatore Basile, mentre a produrre ci sono Raifiction e Compagnia Leone Cinematografica, in collaborazione con il network via cavo americano. Per trovare un nome straniero, dobbiamo andare alla regia, affidata a Roger Young, oltre che all’attore protagonista, Billy Zane.

Proprio da lui parte la recensione del magazine americano: Zane, secondo il “THR”, ha fatto un ottimo lavoro, interpretando un personaggio complesso e capace, nel corso della miniserie, di passare da violento e rude ad un uomo in cerca della fede:

Barabba
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“Il Barabba di Zane è dotato ed in conflitto con sè stesso, un antieroe rude ma piacevole. Scettico del fatto che Gesù sia il vero Messia, si deve confrontare con una serie di fedeli, che lui respinge, restando ossessionato dalla loro fede”.

La miniserie è tratta dal romanzo di Par Lagerkvist, da cui è già stato tratto un film nel 1961. “Barabba” avrebbe la sua forza nel riuscire a raccontare una storia che si concentra sulla ricerca della fede, battendo il più pubblicizzato “The Bible”:

“Roger Young realizza una storia sulla fede. Inizia come molte altre serie pasquali -con la crocifissione di Gesù-, ma prosegue nel raccontare la persecuzione dei suoi fedeli, concentrandosi sul viaggio di un uomo che si riconcilia con la sua natura scettica e violenta e vuole capire il massaggio di pace di Gesù. (…) Il regista Fa un lavoro migliore nell’esplorazione della fede rispetto alla miniserie di History ‘The Bible’, che si è impantanata nella sua stessa (ed immeritata) importanza.”

Buone notizie, anche se non per tutti, per quanto riguarda il cast italiano: promossi Filippo Nigro nei panni di Ponzio Pilato (“dà un’interpretazione a diverse sfumature di un uomo in conflitto, che non crede nella divinità di Gesù ma non crede neanche che debba essere condannato”) e Marco Foschi in quelli di Gesù (“perfetto, un uomo semplice che sembra, per una volta, umano nella sua interpretazione, più genuina della maggior parte di quelle proposte”). Un po’ meno bene, invece, le interpretazioni femminili di Anna Valle (Claudia, moglie di Pilato) e Cristiana Capotondi (Esther, la donna di cui s’innamora il protagonista).

Sebbene la scelta di un cast internazionale, e quindi non madrelingua inglese, da un lato “cancella la sindrome del ‘nel passato parlavano tutti in inglese britannico’ come in The Bible”, dall’altro la presenza di alcuni attori italiani si fa sentire soprattutto nelle difficoltà di recitazione in una lingua diversa dalla propria. Il magazine cita le due attrici:

“Alcuni degli attori, incluse la Capotondi e la Valle, non riescono a trovare il loro accento inglese, e gran parte della recitazione diventa legnosa od amatoriale”.

Sorpassato questo ostacolo, però, il giudizio finale che Allison Keene, autrice del pazzo, traccia della miniserie, è positivo:

“La versione di Barabba di Reelz porta il suo racconto da quello del film del 1961, soprattutto alla formazione della fede del protagonista, ma la miniserie riesce ad essere sia provocatoria e dura che emozionante, ritraendo lo scetticismo comune verso i cristiani ma anche la trasformazione di Barabba. Per coloro che cercano una storia pasquale che si concentri di più sui peccatori in cerca di accettazione e perdono, Barabba vale la pena di essere visto. E’ lontano dall’essere perfetto, ma non deve essere condannato”.

Questa, dunque, la recensione americana della miniserie. Noi ci troveremo di fronte allo stesso prodotto, fatta eccezione per la questione linguistica (avremo, ovviamente, un doppiaggio che di solito non rende giustizia all’interpretazione degli attori italiani in produzioni internazionali), che andrà in onda su una rete con un pubblico maggiore e diverso rispetto a Reelz Channel. Anche per questo, il promo americano della fiction risulta essere molto più intrigante e “rock” rispetto al più semplice e generalista promo Rai.


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