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BANALI A GO GO: INTELLIGENCE HA BISOGNO DI VITAMINE…

Adesso lo so. Mi tireranno le pietre. E pazienza, ma non mi posso frenare. Mi sono messo, con voluttà e buona volontà, a vedere “Intelligenze- servizi & segreti”. L’ho fatto per scoprire e coprire una mia lacuna. Possibile che mi fosse sfuggito questo successo del mio vecchio amico Pietro Valsecchi e della sua gentile signora

6 Ottobre 2009 18:19

Adesso lo so. Mi tireranno le pietre. E pazienza, ma non mi posso frenare. Mi sono messo, con voluttà e buona volontà, a vedere “Intelligenze- servizi & segreti”. L’ho fatto per scoprire e coprire una mia lacuna. Possibile che mi fosse sfuggito questo successo del mio vecchio amico Pietro Valsecchi e della sua gentile signora Nesbitt? Dovevo riparare. Mi hanno influenzato le cifre davvero straordinarie degli ascolti (milioni di spettatori e alti share); complimenti sinceri a Mediaset, a Taodue, a Valsecchi & Signora.

Hanno centrato l’obiettivo così come ne hanno centrato altri. Inoltre hanno avuto buone critiche, il che non vorrebbe dire, ci sono pesciolini, pesci palla, che si lasciano adescare da ciò che scelgono come indice di progresso e di modernità. Progresso nel senso di velocità. Modernità nel senso di scopiazzatura.

Dico subito che sono un ammiratore dei telefilm americani e dei loro tv movie ma non per partito preso, bensì come uno spettatore che si mette davanti al video e crede di apprezzare ciò che gli piace, anche se non coincide con i miei punti di vista. Questo mio atteggiamento lo mantengo anche per il cinema che amo quanto la buona tv. Ho avuto, e ho, riserve su Tarantino- non sempre, a mio avviso, all’altezza della fama acquisita, anzi del cult da cui è circondato-ma mi sono divertito molto e apprezzato molto “Bastardi senza gloria”.

Erano anni che non vedevo uno “spettacolo” così vivo e trascinante, nonostante sfondo (guerra, nazismo, ebrei) risaputo (ma reinventato) e caratterizzazioni (violenti, scalp, eroi, spie) risaputi anch’essi (ma almeno con parrucche e costumi, e spirito recitativo, reinventati).

Per venire a “Intelligenze” e tagliar corto, tengo a osservare quanto segue: banalità della storia (attentato inquinamento e lotta al prof venduto agli uomini del male), recitazione volenterosa e persino lodevole- per sprezzo del personaggio e della sua psicologia, resa con appassionata convenzionalità-, regia spedita e seminatrice di inquadrature al tempo giusto.

Ma, ragazzi, ogni movimento di macchina, ogni inquadratura, ogni stacco, ogni trovata visiva entra ed esce dal museo delle fotocopie non dei migliori telefilm o tv movie americani. Questi lavori, però, riescono a comunicare anche attraverso la convenzionalità qualche brivido, qualche emozione, a restituire un ambiente e i suoi “abitanti”.

Mentre, invece, “Intelligence” sarà intelligentissimo nel mimare certi modelli ma debole, non voglio dire minus habens, nel lanciare o rilanciare in modo serio, proprio, il telefilm all’italiana. Tanto è vero che sembrava in una fantascienza d’antan.

L’ho detto. La cosa non riguarda solo “Intelligence” ma gran parte della produzione che scimmiotta, anzichè prendere esempio e migliorarsi. Roba italiota.
Italo Moscati