Costantino della Gherardesca ha riscritto Ballando con le Stelle e ha vinto. A prescindere. Le sue performance intelligenti, brillanti, ironiche, psichedeliche hanno segnato un prima e un dopo in questo programma nato per portare la danza in tv e negli anni apparso sempre più lontano dai suoi intenti iniziali, che volevano essere tecnici oltre che intrattenitivi. Ed è curioso che proprio Costantino abbia mostrato quanto il ‘re sia nudo’ travestendosi in ogni modo possibile (anche da pomodoro e mozzarella), ricreando scenografie psichedeliche (Ob-La-Di Ob-La-Da nelle Teche Rai subito), giocando con l’immaginario collettivo e venendo accusato di non ballare, di violare la sacralità della danza, di disprezzare il mondo del ballo. Magari proprio da chi dispensa 10 per i sorrisi e che è arrivato vestito da Babbo Natale, malcelando (forse) un pizzico di invidia per la scena rubata. “Il ballo è per me quello che la televisione è per te” risponde Costantino a un Mariotto che gli dice, in fondo, di prendere in giro la danza perché non riesce a farla bene. Ed è LA risposta.
Costantino ha regalato lo spettacolo spensierato al sabato sera di Rai 1, ha divertito, ha stupito, ha rotto gli schemi, ha sfidato la produzione, ha portato aria fresca a un format così rodato da sapere di chiuso e di già visto. Ha permesso a Sara Di Vaira di guardare al suo mondo da un punto di vista diverso “e non pensavo potesse essere possibile“, ha dichiarato la stessa maestra commuovendosi in confessionale. La giuria ha storto il naso: e dire che c’è chi da anni vota stacchi di coscia e pettorali in vista, chi alimenta polemiche per fare hype, chi tifa o commenta per il gusto della provocazione, quella provocazione che però se viene da qualcun altro evidentemente non va bene. La provocazione brillante, intelligente, profonda, rivolta al pubblico a casa e non alla giuria in studio è stata la bellezza del racconto costruito da Costantino della Gherardesca. Il pubblico ha amato (non solo i bambini, come dice Zazzaroni sminuendo invece i tanti livelli di lettura di ogni singola esibizione) e li ha salvati in ogni occasione utile, permettendo loro di arrivare in finale.
Non so se le idee fossero solo di Costantino: di certo per arrivare sul palco c’è dovuta essere la collaborazione di tanti, in primis della sua maestra, che abbiamo visto luminosa e divertita come non mai. La loro coppia è stata il vero tocco di classe, il vero spettacolo in 15 anni di Ballando (con buona pace di titolati artisti che hanno riempito la scena del nome e poco altro).
E il tocco di classe definitivo è arrivato all’esibizione finale, con l’intro sulla colonna sonora di Amarcord e con la Preghiera del Clown scritta da Totò e recitata ne “Il più comico spettacolo del mondo”. E’ lo ‘spiegone Costantino’ per quanti non avessero capito – o avessero fatto finta di non capire per 10 settimane – lo spirito della sua partecipazione. Una partecipazione non facile, considerata la difficoltà a svelarsi senza una corazza di sarcasmo e ironia, come nota anche Selvaggia Lucarelli che pure non esita a confessare di “tenerlo sulle p@lle”.
Costantino ha mostrato la nudità di un format che ha perso sempre di più di vista il ballo assumendo su di sé il ruolo di ‘capro espiatorio’ e catalizzando l’indignazione dei ‘puristi’. Cosa ci sarebbe di puramente artistico nella valutazione delle esibizioni ormai sarebbe carino capirlo. Ma proprio nell’esibizione finale Costantino si mostra nudo, senza travestimenti, in un tango ‘nature’ ma ballato su L’Istrione di Aznavour nella versione italiana resa celebre da Ranieri. E se non è ulteriore classe questa…
Chapeau, Costantino. Anche solo per il fatto di aver ballato in un costume da granchio e di aver trasformato la pista di Ballando in un trip lisergico. E grazie di tutto.