Ballando con le Stelle 2013, parla Anna Oxa: “Non ho voluto mostrare il mio dolore”
L’intervento della cantante che commenta la scelta di non sottrarsi alle telecamere nei momenti successivi all’infortunio della puntata del 9 Novembre 2013.
Era naturalmente l’ospite più attesa -e forse più temuta- della puntata di stasera di Ballando con le stelle, in onda su Rai Uno, dopo l’infortunio in diretta che ha catalizzato ancora di più l’attezione sulla trasmissione durante la settimana scorsa, portandosi dietro un’infinità di polemiche (dal Codacons a Lorenzo Crespi): Anna Oxa, munita di tutore che le teneva immobilizzato il ginocchio danneggiato dalla caduta, è intervenuta in un momento di pausa dalla gara per raccontare come sta affrontando lo stop forzato.
Una breve clip-riassunto è stata usata per spiegare ai telespettatori cosa fosse successo negli attimi immediatamente dopo la caduta, con l’intervento di medici specialisti e fisioterapisti che hanno spiegato la tipologia di trauma subito da Anna Oxa nell’incidente:
Lesione con interessamento del crociato interiore, almeno 10-15 gg per l’articolarità sufficiente. Non ci sono limitazioni al carico, si può camminare compatibilmente col dolore.
Dopo le rassicurazioni fredde e sintetiche dei medici, è stato il momento della cantante: Anna Oxa è intervenuta per dare la sua versione dei fatti, seduta ai tavolini e affiancata da un mestissimo Samuel Peron.
La cantante ha esordito con una naturale polemica contro la “tv del dolore”, che spesso e volentieri affonda il cosiddetto coltello per straziare ancora di più la sofferenza di una persona.
Di chiacchiere se ne fanno tantissime, specialmente in una tv dove pare che il dolore sia di casa. L’attore principale però è lo strazio del dolore, bisogna avere sempre un’immagine straziante ed essere teatrali nella propria sofferenza. Io ho sempre cercato, nella mia vita, di nobilitare anche il dolore: il dolore è stato molto presente nella mia vita e in modi molto diversi, periò ho dovuto imparare a convivere con il dolore, trasformarlo e tramutarlo, suonando e cantando. Ho dovuto far sì che il dolore diventasse una nota nel mio canto. Ho sempre cercato di non pesare sugli altri, sono abituata anche come madre a non far pesare i problemi della mia esistenza, cercando di non straziare un dolore che è già pesante di per sé.
Volendo potremmo anche essere d’accordo con Anna Oxa sulla questione della tv che indaga nel dolore, se non fosse per il successivo panegirico che ha mandato a ramengo un’analisi inizialmente cristallina; la cantante non ha perso occasione di ricordare anche la precedente aggressione verbale nei suoi confronti, che lei stessa ha definito un vero e proprio abuso, e ha continuato la sua spiegazione di come abbia cercato di non mostrare il proprio dolore, né fisico né mentale.
La settimana precedente c’era già stato un abuso molto spiacevole nei miei riguardi, ma soprattuto vi assicuro che su di me sono abituar a far scivolare gli spartiti, le note, le parole, ma tutto era entrato nelle case del pubblico. Io sostengo che il canto, il suono e la danza debbano essere puliti da tutto ciò. Ho pensato che fosse giusto non appesantire con una caduta un dolore straziante, ho cercato di sdrammatizzare il dramma per rassicurare e alleggerire qualcosa che era per me, in prima persona, difficile da sostentere.
Ciò non vuol dire che se io del dolore ne ho fatto un canto, io non sia sensibile agli eventi. E’ un modo di interpretare ciò che si subisce.
E’ stata male, quindi? Sì. Dolore fisico per l’infortunio, mescolato al dolore personale che si porta dietro da tempo (e sul quale, obiettivamente, si poteva anche soprassedere visto che non c’entrava nulla con il trauma al ginocchio in sé). L’incidente ha decisamente provato la cantante, che però ha anche cercato di rassicurare ulteriormente il pubblico da casa e in studio:
Cercherò di essere presente la prossima settimana, ma io non sono il mio ginocchio e bisognerà vedere come si metterà. Posso camminare come posso sostenere un dolore, alla pari, ma non posso assicurare di essere come prima e come i primi balli… ma siccome la Oxa è così imprevedibile…
Una bella conclusione in terza persona consegna le parole di un personaggio decisamente scomodo, ma che di sicuro sa come fare audience: qui sotto trovate l’intervento completo.