Augusto Minzolini deve risarcire Tiziana Ferrario per averla rimossa dalla conduzione del Tg1 nel 2010
Minzolini non demansionò la Ferrario per perseguire un interesse pubblico, ma solo per discriminazione
Sono arrivate nella serata di venerdì 4 marzo 2016 le motivazioni della sentenza penale di condanna (4 mesi di reclusione per abuso di ufficio, in primo grado, pena sospesa) ai danni di Augusto Minzolini per aver rimosso Tiziana Ferrario dalla conduzione del Tg1. L’attuale senatore di Forza Italia, all’epoca dei fatti, direttore del telegiornale della rete ammiraglia della tv pubblica, dovrà risarcire la giornalista che nel marzo 2010 fu estromessa dalla conduzione del Tg1 e relegata in una stanza senza incarico per una consapevole discriminazione politica.
Sul sito del quotidiano Repubblica, si legge:
Il giudice penale descrive il “patimento interiore” della giornalista, emarginata solo perché contestava la linea informativa del direttore. Quindi ordina il risarcimento economico in suo favore, quantificato in “separata sede”. Un nuovo processo, stavolta civile, sanerà il danno “non patrimoniale” che ha subìto.
Il giudice cita quattro certificati medici che la Ferrario (difesa dall’avvocato Domenico D’Amati) ha prodotto durante il giudizio e dà credito alle testimonianze delle colleghe del Tg1 (Anzaldo, Busi, Sala) che hanno descritto la collega triste, smarrita, in lacrime per l’inattività cui era costretta.
Su Repubblica si legge ancora:
La sentenza penale riporta anche le accuse che la Ferrario ha indirizzato a Monica Maggioni, caporedattore del Tg1 durante la direzione Minzolini (oggi presidente Rai, Ndr). Ferrario si è spesso candidata a fare delle missioni per il telegiornale una volta persa la conduzione. Ma la Maggioni le avrebbe regolarmente risposto che un altro giornalista era stato scelto oppure sarebbe stato presto individuato per quel viaggio. La Maggioni non ha potuto replicare alle accuse della Ferrario perché i legali di Minzolini hanno rinunciato alla sua testimonianza durante il processo, ad aprile del 2015.
La sentenza penale chiarisce infine che Minzolini non rimosse la Ferrario dalla conduzione del telegiornale perché perseguiva un interesse pubblico, ma solo per attuare una discriminazione rispetto ai giornalisti che sostenevano invece la sua linea editoriale ‘morbida’ nei confronti del governo Berlusconi.