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Asta frequenze: Sky potrebbe partecipare

Dopo la cancellazione del beauty contest annuncia che potrebbe partecipare all’asta per le frequenze del digitale terrestre.

pubblicato 20 Aprile 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:18


Se c’è un operatore televisivo che può dirsi soddisfatto dalla cancellazione del beauty contest quello è Sky Italia. Come ricorderete proprio la richiesta di partecipare all’assegnazione gratuita, che il ministro Romani cercò di bloccare in tutti i modi prima di arrendersi al via libera dell’Unione Europa, “costrinse” a rinviare l’avvio della procedura e paradossalmente quel rinvio non ha permesso al governo Berlusconi di chiudere la pratica prima che fosse troppo tardi.

Fra l’altro Sky aveva, in segno di protesta per le modalità del beauty contest, deciso di ritirarsi lasciando campo libero. Ora, massimo risultato, potrebbe rientrare in gioco nell’ambito dell’asta alla quale al contrario Rai e Mediaset potrebbero escludersi puntando alla conversione dei canali già in loro possesso per la tv sui telefonini (ormai in disuso). Lo ha spiegato in un’intervista a Il Sole 24 ore Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia. La posizione della sua azienda è di totale apprezzamento rispetto alla decisione del governo:

La direzione presa è coerente con alcuni dei rilievi fatti da noi in passato, partendo dalla necessità di uno stimolo maggiore alla pluralità e alla valorizzazione di un asset come quello delle frequenze. Asset che, sicuramente, ha un valore economico. Credo comunque che quello del Governo Monti sia un passo previsto e dovuto, in linea con molte altre loro scelte di politica economica e con quanto chiesto e ribadito dalla Commissione Europea.


Per il resto è ancora presto per sapere se Sky parteciperà all’asta, mancando i dettagli sulle modalità di partecipazione e su cosa verrà effettivamente messo in vendita dallo Stato:

È ancora presto per dirlo. Trovo limitante concentrarsi solo sullo sviluppo del digitale terrestre, è un dibattito vecchio. Perché tra le varie tecnologie non è necessariamente quella più interessante, soprattutto per le televisioni non generaliste e per un’azienda come la nostra, che punta sulla qualità. Decideremo, come sempre capita quando si è di fronte a una decisione strategica, solo quando saranno noti tutti i dettagli. Riconosco comunque al Governo Monti di aver fatto un importante passo avanti, scegliendo un approccio neutrale, gettando le basi per favorire e accelerare un’evoluzione più aperta e pluralista del mercato televisivo.

Il disciplinare di gara è da conoscere e leggere con attenzione prima di valutare, ma secondo Zappia non è detto che si tratterà di “un’asta al ribasso” rispetto al miliardo di euro che il governo punta a recuperare come sostenuto da Pier Silvio Berlusconi:

Dipenderà molto da come l’Agcom definirà nel dettaglio il disciplinare di gara. Ma è sicuramente vero che quando un bene pubblico, scarso e prezioso, viene messo all’asta in modo neutrale, aperto e trasparente, è possibile attrarre un buon numero di acquirenti.

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