Arriva “Pane e Libertà”: Pierfrancesco Favino sarà il sindacalista Di Vittorio in un ‘western’ per Rai Fiction
Pierfrancesco Favino sarà Giuseppe Di Vittorio, acceso sindacalista, vicino a Gramsci e Togliatti, che fino a consumarsi la vita fu impegnato per la difesa degli ideali propri, della Costituzione italiana e della democrazia. La fiction, una produzione Rai-Fiction-Palomar-Endemol, prodotta da Carlo Degli Esposti, andrà in onda su RaiUno in due puntate domenica 15 e lunedì
Pierfrancesco Favino sarà Giuseppe Di Vittorio, acceso sindacalista, vicino a Gramsci e Togliatti, che fino a consumarsi la vita fu impegnato per la difesa degli ideali propri, della Costituzione italiana e della democrazia. La fiction, una produzione Rai-Fiction-Palomar-Endemol, prodotta da Carlo Degli Esposti, andrà in onda su RaiUno in due puntate domenica 15 e lunedì 16 marzo con il titolo “Pane e Libertà”: la regia è affidata ad Alberto Negrin. Nel cast Raffaella Rea, Danilo Nigrelli, Massimo Wertmuller, Giuseppe Zeno, Frank Crudele, Francesco Salvi. Da annotare che la colonna sonora è stata curata dal Premio Oscar Ennio Morricone.
La sceneggiatura, firmata da Pietro Calderoni, Gualtiero Rosella e Alberto Negrin, si scioglie narrando la lotta per i diritti, che è storia d’Italia, mescolata alla vita privata di Di Vittorio, i rapporti con la famiglia, la moglie, i figli e poi Anita, la donna che lo accompagnerà fino alla morte. La fiction sarà caratterizzata da scene piuttosto grandiose per la media nazionale: grandi e rumorosi scontri nei campi, quelli per difendere la camera del lavoro contro lo stato fascista, così come i duelli vecchia maniera tra il barone Rubino e lo stesso Di Vittorio. Insomma storia, azione e un minimi di pathos emotivo: gli ingredienti sembrano esserci tutti, nella speranza che le esigenze drammaturgiche non combinino pasticci come già accaduto per “Puccini”.
In questo senso, tuttavia, le parole di Baldina Di Vittorio, la figlia di Giuseppe, rilasciate dopo una proiezione in anteprima, lasciano ottimamente sperare:
“Favino è straordinario. Perfino nei gesti, nelle mani, nel modo di muoversi ricorda molto bene l’intensità di mio padre. Il film è stato fatto molto bene, è forte e commovente, sicuramente colpirà le nuove generazioni, che non sanno nulla di quel periodo e della storia del movimento operaio. Ero terrorizzata quando mi hanno detto che volevano fare un film su mio padre, perché sapevo benissimo che la sua vita era piena di cose difficilmente riproducibili in una fiction. E poi pensavo di vedere qualcosa di retorico, mentre il regista Negrin, gli sceneggiatori, Favino e tutti quanti sono riusciti a ottenere un ottimo risultato”.
Riportiamo di seguito, tratte dal magazine MyMovies, le dichiarazioni del cast, degli autori e di Morricone in occasione della conferenza stampa di presentazione.
Spiega il produttore Carlo Degli Esposti:
“La scelta di questa storia nasce dalla convinzione di raccontare la vicenda di un uomo che, nella storia degli ultimi decenni, non è stato a sufficienza tenuto in prima fila. Un uomo che dà la sensazione della radicalità dei ragionamenti con un primario rapporto con l’unità di classe”.
Il regista Negrin, invece, parla della cifra stilistica del prodotto, applicando un’innovativa etichetta al genere:
“Non ho mai pensato di fare un film politico, ideologico, a me interessano le persone, i loro caratteri, le loro anime. Di Peppino, io lo chiamo così, mi piace la sua anima ed entrare, con la macchina da presa, nella sua anima, significa raccontare una grande avventura. E’ un western perché gli scontri, le difficoltà che lui affronta sono assolute, mortali, dove il nemico che ha di fronte è il nemico per la vita o per la morte. Erano due mondi contrapposti, antitetici e questi valori sono quelli tipici western”.
Abbiamo detto della musica firmata dal genio di Morricone. Ecco le sue parole in proposito:
“Quando io ho visto per la prima volta il film ero molto commosso e ciò mi capita raramente. Quando mi capita, però, in genere non voglio fare la musica perché ho paura di ‘fare del male’ al film, ma non l’ho detto. Ero portato a dirgli, a Negrin, di non mettere la musica, di metterci i canti dell’epoca, ma poi mi sono messo a lavorare al meglio. Perché ero così commosso! Io, da ragazzo, non seguivo molto la politica e sentivo parlare male di Di Vittorio; invece, ho capito, dal film, che era un’idealista, che ha voluto veramente il bene della gente e non lavorava per fini personali. Le musiche le ho preparate secondo tre filoni: quello epico-popolare, quello d’amore (però appena sillabato che si forma a poco a poco); l’altro è quello nato per simbolizzare la protesta dei lavoratori”.
Infine il protagonista, l’apprezzatissimo Pierfrancesco Favino:
“Questo film poi rappresenta i giovani e il mondo del lavoro oggi: la possibilità di credere in un sogno con l’impegno di ciascuno, secondo me, garantisce una società migliore. E’ vero che il mondo del lavoro è cambiato, ma non dipende, strettamente, dal mondo del sindacato se una situazione lavorativa è destinata al precariato; sono cambiate obiettivamente le condizioni della nostra società”.
Il film tv, prima della messa in onda, sarà proiettato a Montecitorio.