Arriva la multa dell’Authority per Lost: “Troppa violenza”
La Rai è stata condannata dall’Authority per le Comunicazioni al pagamento di una multa pari a 100mila euro per la messa in onda dell’episodio numero 10 della seconda stagione di Lost dal titolo “Salmo 23“. Secondo il Garante la Rai è responsabile di non aver “adottato alcun sistema di segnalazione iconografica (ndr il logo rosso)
La Rai è stata condannata dall’Authority per le Comunicazioni al pagamento di una multa pari a 100mila euro per la messa in onda dell’episodio numero 10 della seconda stagione di Lost dal titolo “Salmo 23“. Secondo il Garante la Rai è responsabile di non aver “adottato alcun sistema di segnalazione iconografica (ndr il logo rosso) che avrebbe consentito alle famiglie l’espletamento della propria funzione educativa” di fronte ad un programma “al cui interno si sono rilevati contenuti di violenza che per caratteristiche presentate e collocazione oraria, appaiono di forte impatto emotivo per un pubblico di minori“.
Con il tempismo che caratterizza da sempre la burocrazia italiana la decisione arriva a distanza di 11 mesi dal fatto e, come se non bastasse, si basa sull’orario di messa in onda (le 21.51) dell’episodio “violento” che precede di un minuto – avete capito bene, 60 secondi – il termine della “fascia protetta“. Nella puntata in oggetto veniva raccontata la vita di Mr. Eko, uno dei personaggi che più hanno caratterizzato la seconda stagione.
Proprio il flashback nel quale il giovanissimo Eko spara ad un uomo per risparmiare il trauma ad fratellino, incaricato di fare fuoco da alcuni feroci guerriglieri, è stato considerato dall’Authority meritevole della sanzione esemplare. A nulla è valsa la difesa della Rai che ha rivendicato apertamente la scelta di mandare in onda l’episodio “senza contrassegno”, come già fatto nel resto del mondo, tenendo conto che nella sequenza è possibile distinguere “nettamente la sfera del bene da quella del male e si trasmette in maniera forte e inequivocabile il valore dell’amore fraterno laddove il maggiore dei due si sostituisce volontariamente al fratello più piccolo nel compimento del gesto drammatico“.
La replica del Garante, contenuta nelle motivazioni della condanna, è semplicemente sconcertante:
La scena è crudamente realistica e non preceduta da idonea argomentazione che ne agevoli la comprensibilità.
Che la prolungata visione delle gratuite volgarità e sconcezze dell’intrattenimento domenicale, degli inverosimili intrecci amorosi delle soap e delle macabre ricostruzioni sanguinolente delle scene dei delitti nei tg abbiano fatalmente ottenebrato la capacità di comprensione del Garante?