Arriva anche in Italia “Casa Saddam”, la miniserie che racconterà la vita (e non la morte) del Rais
Saddam Hussein sarà il protagonista di una miniseria prodotta da Hbo (sinonimo di qualità, in genere) e Bbc e trasmessa in Italia da Sky Cinema a partire dal prossimo marzo. Davanti ai televisori avremo così modo di seguire le vicende del dittatore iracheno alle prese con le vicende di tutti i giorni all’interno del palazzo
Saddam Hussein sarà il protagonista di una miniseria prodotta da Hbo (sinonimo di qualità, in genere) e Bbc e trasmessa in Italia da Sky Cinema a partire dal prossimo marzo. Davanti ai televisori avremo così modo di seguire le vicende del dittatore iracheno alle prese con le vicende di tutti i giorni all’interno del palazzo reale e con quelle più smaccatamente “professionali”.
Il titolo della produzione sarà “Casa Saddam” e si svolgerà nell’arco di quattro puntate mescolando i toni drammaturgici dei più classici racconti di mafia con i cliché più interessanti e peculiari che hanno fatto della serialità americana la più entusiasmante del mondo (anche se in questo caso, c’è da dire, la mano è anche inglese). L’arco narrativo racconterà i fatti compresi tra l’ascesa del dittatore e la sua cattura avvenuta il 14 dicembre del 2003 al suono delle ormai celeberrime parole “We got him”, pronunciate in mondovisione da Paul Bremer, diplomatico americano che guidava al tempo l’amministrazione provvisoria in Iraq: fuori dalla storia, invece, resteranno il processo e l’esecuzione della condanna a morte. Lo hanno specificato gli stessi sceneggiatori Stephen Butchard e Alex Holmes.
L’attore che presta il volto a Saddam è l’israeliano Yigal Naor, già interprete di “Munich” di Steven Spielberg.
“In quanto israeliano, Saddam era un nemico per me, ma io non lo odiavo. Rispetto a un attore inglese o americano ho potuto capire meglio quest’uomo, l’ambiente in cui viveva, quel bisogno speciale di ricevere onori. Il Medio Oriente, l’Iraq, sono il mio territorio. Saddam fu un mostro crudele, ma anche una sorta di eroe tragico”.
L’artista, oggetto di numerose critiche in patria, essendo discendente da una famiglia di ebrei iracheni, è stato anche vittima in prima persona della politica del Rais quando, nel 1991, in piena guerra del Golfo, si vide distruggere la casa da un missile iracheno a Tel Aviv.