Massimo Cotto, direttore artistico di Area Sanremo 2021: “Dobbiamo ridare entusiasmo e fiducia al mondo degli emergenti”
Area Sanremo 2021, Massimo Cotto è il direttore artistico di questa edizione: ecco l’intervista su TvBlog.it, tutte le dichiarazioni
Sono aperte le iscrizioni all’edizione 2021 di Area Sanremo, l’unico concorso che dà la possibilità a 4 artisti emergenti di poter accedere alla serata finale di “Sanremo Giovani”, prevista il 15 dicembre in diretta su Rai1, in prima serata, dal Teatro del Casinò di Sanremo. Area Sanremo è una manifestazione organizzata e gestita dalla Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo, presieduta dall’Avv. Filippo Biolè, dedicata ai giovani artisti di età compresa tra i 16 anni compiuti e i 30 non ancora compiuti al 1° gennaio 2022 (singolo, duo o gruppo). La Direzione Artistica di Area Sanremo è a cura di Massimo Cotto. I 20 vincitori avranno la possibilità di sostenere un’audizione davanti alla Commissione Artistica della RAI, che decreterà i 4 artisti che parteciperanno alla serata finale di Sanremo Giovani.
Le canzoni saranno selezionate dalla Commissione di Valutazione composta da Franco Zanetti (Presidente), Mauro Ermanno Giovanardi e Marta Tripodi. Al termine della prima fase eliminatoria, si aggiungeranno alla Commissione il Maestro Giuseppe Vessicchio (in qualità di Presidente) e Piero Pelù. Il commissario supplente è Maurilio Giordana. Il Presidente Onorario della Commissione di Valutazione è Vittorio De Scalzi.
Abbiamo intervistato il Direttore Artistico di Area Sanremo, Massimo Cotto per parlare di questa nuova edizione e delle nuove sensazioni in questo periodo storico.
Partirei dal chiederti le sensazioni di quest’anno, dopo il lockdown, le restrizioni e il periodo Covid-19. C’è un ricominciare davvero, una ripartenza tanto sospirata?
Quello che dobbiamo provare a fare, all’inizio, non è tanto illuderci di trovare nuovi talenti ma provare a credere che riusciremo di nuovo a siringare entusiasmo nei ragazzi. E’ quello che manca in questo: la fiducia nel mondo che abbiamo intorno a noi. Vedono che c’è molta difficoltà e, a maggior ragione, se si deve ancora emergere. Area Sanremo può essere un brandello di sogno, un tiro di fionda. Proviamo a fare qualche metro in più e ci rimettiamo in moto. Il nostro primo dovere è ridare un po’ di entusiasmo a un mondo -degli emergenti- che è praticamente fermo da quasi due anni. Dopo, cercheremo di dare a più persone possibili, la possibilità di fare esperienza. Quando ti esibisci davanti a 5 persone, sembra sia poco rispetto al pubblico. In realtà è molto più complicato esibirsi davanti a 5 persone, senza pubblico, che ti guardano e ti giudicano.
Volevo agganciarmi proprio a questo. In questi giovani, noti differenze tra era pre-Covid nel massimo dell’emergenza e “post Covid” convivenza con le riaperture?
Sì perché oltretutto devono combattere uno scetticismo generale, non su di loro ma sul mondo. A me capita più volte, con alcuni miei colleghi che stimo ma che non sopportavo in quelle circostanza, perché dicevano a questi ragazzi: “Ma no ma dai ma cosa fate, lasciate perdere, oggi è difficile avere una carriera…”. E’ la cosa peggiore che tu possa fare a un ragazzo che cerca di emergere soprattutto in un campo incerto come quello dell’arte, dove è molto più difficile capire se sei bravo o meno. Paragoniamolo con lo sport: se tu segni due volte sei più bravo, se tu corri più veloce sei più bravo. E’ oggettivo. Nell’arte non è così: a una puoi piacere tanto e darti 10, un altro potrebbe considerarti pretenzioso e darti 2. Vedere persone affermate che tentano di scoraggiarli, credo sia un peccato contro natura. Non tutti hanno lo stesso talento o possono avere avere una carriera ma devono essere loro a capire se è la loro strada o no. Mi ricordo questa intervista a Chris Martin dei Coldplay. Mi disse: “Io devo tutto al mio insegnante di musica. Facevo schifo, scrivevo delle canzoni terribili. Ma lui mi diceva che ce la potevo fare e che avevo talento“. Da ragazzo hai bisogno di persone così al tuo fianco.
Se avesse avuto insegnante che gli avesse detto “Lascia perdere”, sarebbe diverso. E oggi invece abbiamo i Coldplay…
Io dico sempre ai ragazzi -anche se sono direttore artistico e non faccio parte della commissione per scelta- che noi dobbiamo giudicarli per quello che danno ora ma anche per quello che potrebbero dare domani. Per uno che vale 6 e 1/2 ma che pensiamo possa dare 8, tutta la vita lui… Il mio sogno è quello di non limitare Area Sanremo solamente ai ragazzi che voglio andare a Sanremo ma lavorare un po’ più a lungo con loro per 6 mesi, per trovare più percorsi. Diventa troppo limitativo così. Allora cos’è? Solo un concorso così… Non è sufficiente se puoi lavorare, invece, a lungo con personaggi del settore.
Il tempo è poco. Se le domande devono arrivare fino al 21 ottobre, calcolando la serata finale di Sanremo Giovani prevista per il 15 dicembre, hanno poche settimane…
Esatto. E il fatto che sia stata così abbassata la fascia d’età per partire e che sia stato pubblicato così tardi il regolamento da parte della Rai, ci deve far capire che le iscrizioni non saranno tante. Non aspettiamoci cifre e numeri paragonabili a quelli degli altri anni. Ma del resto non ho mai pensato che una cosa che fai funzioni perché ha solo numeri clamorosi.
Tu sei direttore artistico, non è affatto facile immagino. Ha grandi responsabilità…
Deve fare tutto, in accordo pieno con tutti. Abbiamo un gruppo molto coeso. Sceglie i dati, come comporre la commissione, come strutturare il percorso. Propone, non dispone. Mi è capitato in passato di fare dei progetti o volere artisti in commissione che ci sono quest’anno ma che sono stati rifiutati in altre edizioni. Il direttore artistico è fortunato quando la committenza lo fa lavorare bene.
Come la vedi la decisione di Amadeus di togliere, al Festival la sezione di Sanremo Giovani e farli partecipare direttamente in gara con i Big, cosa che era già successa anni fa…
Scaramanticamente, se va bene come è andata a Mahmood (sorride). Lui era venuto da noi, le prime luci della ribalta le abbiamo ottenute ad Area Sanremo. I pro è che c’è meno stress. Il problema dei ragazzi di Area Sanremo è l’eliminazione diretta. Capisco che sangue sudore e lacrima faccia audience. Ma se sei un perfetto sconosciuto non puoi essere giudicato al primo ascolto da una grande platea televisiva. Devi avere la possibilità di essere compreso con più ascolti. In passato ci sono state formule che ho sempre sposato, dove i ragazzi si esibivano anche due volte. Il lato negativo, ovviamente, è che salire sul palco dell’Ariston dà una scarica d’adrenalina a tutti. Quest’anno, invece di averne 8, ne avremo solo 2, indipendentemente dalla provenienza, che sia Area Sanremo o Sanremo Giovani.
Hai una carriera infinita, sembra che tu abbia vissuto dieci vite insieme: radio, tv, giornalista musicale, autore di biografie musicale. La prima domanda è “Dove trovi il tempo”?
(ride) La verità è che sono molto veloce, sono innamorato del mio lavoro, ho una grande famiglia che mi supporta. Se non avessi quello sarebbe tutto difficile. Sono un privilegiato, faccio quello che ho sempre desiderato fare nella vita. So che voglio fare tutto e se voglio vivere dieci vite devo lavorare e faticare anche se non sono più giovane. Ma finché ho questo entusiasmo nel fare tutto… Fra poco esce anche il mio libro nuovo…
Se ti va di parlarne mi fa piacere…
Volentieri. “Rock is the answer” è il titolo. Quello precedente, Rock Therapy, era andato molto bene, partendo dal principio che le canzoni possono salvare la tua vita o guarirti dalle ipocondrie, come diceva Battiato, dai malanni dell’esistenza. Mi chiedevano di fare una seconda parte. E ho pensato “Anche le parole degli artisti possono salvarti la vita”. Ho avuto la possibilità di intervistare migliaia di artisti e molti mi hanno detto cose che mi sono rimaste dentro. Ne ho scelti 150 che ho intervistato – da Bowie a Chris Cornell- e ho selezionato non aforismi o frasi ma blocchi di intervista dove dicono delle cose che possono servire alla vita di tutti noi. E’ come se dessero delle risposte senza che avessimo fatto delle domande.