Home Notizie APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (27)- CHI L’HA VISTA QUESTA TV?

APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (27)- CHI L’HA VISTA QUESTA TV?

Per guardare avanti bisogna avere il coraggio di guardare il passato, anche quello recente (che è forse il più nascosto di tutti). Ricevo da Norma Rangeri, critico tv del Manifesto, un libro intitolato Chi l’ha vista?. Domanda quanto mai sensata e valida, al di là del bell’effetto che fa in copertina del libro edito dalla

22 Ottobre 2007 13:22

Norma Rangeri Per guardare avanti bisogna avere il coraggio di guardare il passato, anche quello recente (che è forse il più nascosto di tutti). Ricevo da Norma Rangeri, critico tv del Manifesto, un libro intitolato Chi l’ha vista?. Domanda quanto mai sensata e valida, al di là del bell’effetto che fa in copertina del libro edito dalla Rizzoli. C’è anche un sottotitolo che suona così: Tutto il peggio della tv di Berlusconi a Prodi (o viceversa). E’ un secondo elemento da considerare.

Con “Chi l’ha vista?” l’autrice punta il dito, indica approssimazione, svogliatezza, assenza di giudizio e di seria volontà di vedere prima per poi giudicare dopo. Realtà che abbiamo sotto gli occhi (grazie ai giornali, ai tanti addetti ai lavori, ai politici…) ogni giorno che va in porto. Le polemiche sui programmi, gli scontri sulle nomine, le risse di carta stampata che discendono dalle immagini – labili eppure per poche ore incisive come una fiamma ossidrica – hanno la netta prevalenza su un’osservazione ordinata, consapevole, acuta, o anche disordinatamente creativa. Esiste infatti una sfera di commentatori a morsi o sistematici e di opinionisti che sorvolano sulla tv e la sua vita quotidiana perchè sono autoreferenziali, ovvero parlano per ragioni di parte, settoriali, di lobby e di categorie. Non c’è nulla di male, il mondo è pieno di fanfaroni. Ma noi li prendiamo sul serio. E di loro sappiamo già tutto. Sapendo sempre meno della, anzi delle tv.

Il libro della Rangeri documenta con puntiglio , in sedici capitoli tematici, il sorvolo e la volontaria inconsapevolezza persistenti. Che lasciano lo spazio a chi tuona (chi chiede spazio in tv) o chi si lamenta come un coyote (perchè glielo hanno portato via, ivi compresi certi mattori o megalomani a getto continuo). Il pamphlet, pensato, affronta e analizza i filoni televisivi che nascono e muoiono, con i suoi eroi per caso o i non eroi per volontà fallimentari dei Superiori (i dirigenti in contatto con la classe morta, la classe di commentatori e opinionisti di cui dicevo). Denuncia i vizi e i viziati, e qui non posso fare a meno di ricordare le mie due inchieste per Rai3, altro che blob, trasmissione ventennale che si commemora. “Viziati 1 e 2” sono tentativi di pagine (immagini) di storia di un passato che non passa e che di continuo si organizza per vivere, sopravvivere e far vivere una pletora di clientele artistiche e non.
Il sottotitolo – “Tutto il peggio…!” – completa la valutazione su un tv che resiste, opponendosi al meglio, facendo il peggio o campando del peggio, nonostante i cambiamenti di governi, di ministri responsabili della comunicazione, di addetti alla comunicazione dei partiti, della commissione di vigilanza, dell’authority, dei cda, dei dirigenti delle tv, dei direttori a bizzeffe… Non è un caso. Questa è la tv che c’è’, che conta, che non si sposta. Ma ne siamo sicuri? Io non ho perso le speranze, come la Rangeri.
Il libro è spiritoso, divertente, allevia la tensione dà anzi la carica all’ironia e al desiderio che non passa perchè non passano le proteste degli spettatori e di chi conserva elasticità e autonomia.
Annuncio un “Viziati 3”, e avrò in mano una guida in più…
ITALO MOSCATI