Home Notizie APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (23)- PEDAGOGIA E DISTRACTION

APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (23)- PEDAGOGIA E DISTRACTION

Questa puntata comincia con una letterina a Debora. Cara Debora da tempo ti seguo con interesse. Sai cogliere e giudicare programmi o comunque spazi dei palinsesti tv con acume. Come ad esempio è capitato per gli spot pubblicitari che hai analizzato giustamente come uno show tra gli show. Sai reagire a fatti di attualità e

16 Luglio 2007 06:40

Velone Questa puntata comincia con una letterina a Debora. Cara Debora da tempo ti seguo con interesse. Sai cogliere e giudicare programmi o comunque spazi dei palinsesti tv con acume. Come ad esempio è capitato per gli spot pubblicitari che hai analizzato giustamente come uno show tra gli show. Sai reagire a fatti di attualità e di costume con prontezza. Come hai fatto in questi giornali per l’articolo del Financial Time sulle ragazze che in Italia aspirano soprattutto a fare le veline.

Voglio ricordare in proposito che la tendenza in atto, e gran sviluppo, è stata “valorizzata” dalla Regione Campania che, se non sbaglio, ha addirittura aperto un corso per veline. Il gioco tv e l’esibizionismo sono diventate una cosa molto seria. Lo dico paradossalmente: e se lo stato intervenisse per fornire veline, velone, velini e velette alle nostre tv per recuperare sulla disoccupazione giovanile e dare un futuro e una pensione garantita a chi lavora col corpo per riempirci gli occhi?
Fine della letterina. Adesso qualche osservazione di carattere generale sulla tv e come la guardiamo. La domanda è: come la guardiamo? A giudicare da quel che si legge sui giornali e sui blog, o da quel che si dice, la guardiamo in due modi.

Da un lato, facendosi trascinare dalla tradizione della tv pedagogica, di cui è maestro Ettore Bernabei, ma in cui inzuppano il pane dirigenti e critici di minore qualità. La tv pedagogica significa che si pensa di salvare i toto la vecchia tv che era una cosa professionale e seria, ma che era anche molto bacchettona, e voleva incantare e schiavizzare gli italiani con programmi didascalici, divulgativi, didattici. Insomma, la tv doveve essedre una scuola. Cattodemocristiancentrista. Per carità.
La tv ha poco o nulla da insegnare. Non è un elettrodomestico come diceva Eduardo De Filippo ma è un palinsesto dallo schermo vuoto che si deve riempire di facce e contenuti presi fuori dal mondo strettamente televisivo, visto che la tv è complessivamente un mondo spesso di incompetenti e di raccomandati.
Artisti e uomini sensibili sono tenuti ai margini in tv, alcuni di loro acquistano un cinismo perfetto e sono “costretti” a sguazzarci , altri aspettano la pensione per dimostrare chi realmente sono (esempio Andrea Camilleri che la tv utilizzava con il contagocce).
Da un altro lato, noi guardiamo la tv come vuole lei. Oggi più di ieri. Oggi, in giorni vicini ai nostri o che vi si identificano, la tv ha vinto la sua battaglia. Ha piegato il cinema, silenziato la radio, sgualcito i giornali, sta occupando internet e i blog. Blog che dipendono dalla o dalle tv che cercano spazi per formare fedeli e comunity su cui scaricare notizie, suggestioni, programmi e messaggi pubblicitari, e per chiamare soprattutto i giovani a partecipare, a farsi vivi, a portare contributi, curiosità, talenti. Chiamare o solo blandire?
Conclusione provvisoria. La tv pedagogica tradizionale è morta, se ritorna ha le fattezze di uno zombie, fa comodo solo a chi vende lezioni di vita d’antan, tenendo in piedi vecchie strutture e mentalità. La tv d’oggi scarta la pedagogia e va dritta al suo scopo: essere un interlocutrice globale degli spettatori che già possiede per aggiungere tutti gli spettatori, possederli, farli crescere secondo ciò che propone.
Cosa propone questa tv nell’Italia di oggi, carica di leggi non applicate, di caste politiche e corporative, di debiti e di tasse? Propone un’immagine tutto sommato idilliaca del paese, proprio perchè essa stessa è la macchina della continuità. Non ci sono alternative. Bisogna starci e adeguarsi. Il dimenticato Maurizio Ferrini, finito anche lui nell’Isola dei Famosi, si era fatto una fama con la frase: “non capisco ma mi adeguo”. Ferrini chissà dov’è, la frase non la usa più nessuno perchè è entrata stabilmente nella testa degli italiani.
Infine, la tv, anzi le tv propongono programmi di denuncia, di assalto, di satira. Alcuni vengono aperti e poi chiusi. Chi li fa viene riverito e ben pagato e ,poi, se non piace a qualche potente (che si sente toccato con la satira), cacciato; poi magari ripreso dopo un periodo di confino, dove, soffrendo, ha imparato a moderarsi. Bravi giornalisti e belle trasmissioni che la cantan chiara stanno imparando con raccapriccio che i loro colpi, anche quelli ben assestati, finiscono contro i muri di gomma dei potenti. Anche la tv è un muro di gomma. Incassa critiche e va avanti per la sua strada.
Cambiare si può, cambiare si deve. Reality sono stati dei flop e sono stati sospesi. Adesso c’è prudenza nell’inserirli nei palinsesti. E’ una piccola piccola rivoluzione.
Ci sarà una strada fra la tv pedagogica (aggiornata) e la tv blobbizzata (l’altra faccia della medaglia di quella tv)? Io sono sicuro di sì.
L’articolo del giornale inglese dà fastidio come ieri dava fastigio la copertina dello Spiegel con un piatto di spaghetti al pomodoro con sopra una pistola, simbolo di un paese di maccheroni e di mafiosi. Noi siamo un paese di valine, maccheroni e mafiosi, camorristi, eccetera. Però non siamo solo questo. Ricordiamolo e facciamolo ricordare.
Inglesi, tedeschi, francesi…hanno tante cose da farsi perdonare, molto cose che ci infastidiscono…
Ma, per tornare alle nostre tv, vogliamo per favore guardarle con spassionata attenzione e soprattutto studiarle se serve per bocciarle?
La sappiamo guardare o devono dircelo quegli osservatori che farebbero bene a badare a casa propria? Siamo loro grati di fornirci qualche spunto. Utile, perchè siamo veramente viziati da ciò che diciamo di non capire e a cui ci rassegnamo.
Italo Moscati