APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (11)- Un popolo di mitomani, grazie video
Vi dico tutto, come sempre, abusando dello spazio del nostro tv blog. E’ appena uscito il mio libro “Gioco perverso – La vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, da Cinecittà a guerra civile”, racconta una storia che Marco Tullio Giordana porterà sullo schermo con Luca Zingaretti e Monica[…]
Vi dico tutto, come sempre, abusando dello spazio del nostro tv blog. E’ appena uscito il mio libro “Gioco perverso – La vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, da Cinecittà a guerra civile“, racconta una storia che Marco Tullio Giordana porterà sullo schermo con Luca Zingaretti e Monica Bellucci. Una decina di anni fa avevo realizzato sullo stesso tema un tv movie in due puntate dal titolo “Gioco perverso” e qualche anno dopo il documentario per La Grande Storia di Rai 3 “Passioni nere”.
Poichè siete impazienti di sapere, vi dico anche che ho finito di montare il programma in dieci puntate per Rai3 “Viziati 2- La Tv ha un grande futuro alle spalle“. Vi avevo fatto cenno un paio di altre volte, monitorando insieme a voi il senso di una ricerca che continua su una storia non convenzionale della nostra televisione. Ora che sono carico di centinaia e centinaia di immagini e voci televisive, in cui ho cercato di trovare un senso (se ne riparlerà), posso anticipare che una scoperta, anzi una conferma la ho avuta. Ovvero, non c’è più dubbio che si è aggravata una delle tipiche malattie.
Dopo essere stati un popolo di fascisti, poi di antifascisti, quindi di democristiani, di post democristiani e di post comunisti, e infine di spettatori di tangentopoli e di tante altre “….poli” , l’ultima delle quali è vallettopoli, oggi siamo indiscutibilmente un popolo di mitomani.
Fate come me. Provate a guardare i programmi con grinta feroce e ironicamente ostile (non basta mai) e vi accorgerete che lo spettacolo dei mitomani va forte, va fortissimo. Lo recitano direttori di tg e di canale, e il grande parcheggio di conduttori, presentatori, introduttori, improvvisatori, consigli di amministratori, veline e veloni, trans e transitori da un canale all’altro, e così via, ivi compresi i terroristi che hanno deposto il mitra e imbracciato il perdono mediatico.
Ognuno di questi signori non parla, pontifica. Il buon Pippo Baudo è uno dei più soft se si presta attenzione. Lui ha dato lezioni al papa e ai politici. Gli altri fanno così e meglio. Come fa Michele Santoro o Chiambretti, la Parietti e la Simona, il Lanza e la lenza Sgarbi, l’aggressivo Papi e l’incudine attiva Martelli, la Maria degli Amici e lo stanco arrampante Costanzo, il miliardario Bonolis e l’Amadeus che dice di sè di essere di coccio…
Si potrebbe continuare. Mitomane, secondo un autorevole linguista, è colui che tende a stravolgere fantasticamente i fatti, in modo consapevole o inconsapevole, o a raccontare, come fossero veri, eventi immaginati o inventati. Il linguista aggiunge che la tendenza può assumere aspetti patologici. In questa luce, si può dire che qualcuno dei personaggi di ieri o di oggi sulla cresta dell’onda sia esente da questa patologia? E mi domando: i vecchi lupi dello spettacoli, da Totò a Tognazzi, da Gassman a Mastroianni, perchè non erano altrettanto mitomani? Io penso perché lavoravano sodo e guadagnavano il giusto, secondo le leggi del successo. Oggi i nuovi mitomani entrano ed escono dalle tv carichi di milioni di euro, senza pagare dazio, i dirigenti godono tanto guadagnano anche meglio, i giornali li applaudono, i paparazzi scattano e vendono, gran parte del pubblico abbocca, noi ci scriviamo su e siamo parzialmente contenti di esistere a questi chiari di luna misurata a pollici. Tutti viziati.
ITALO MOSCATI