Appunti per la Post Televisione – Chi comanda tra politici e conduttori?
Quando si scriverà la storia del nostri tempi, forse qualcuno (illuminato) si accorgerà che in Italia non abbiamo vissuto l’epoca di una larvata democrazia cantata dai greci della politica messa in circolo nelle arene, nelle piazze. Penso che questo qualcuno (illuminato) penserà di avere vissuto uno strano spettacolo, e cioè quello di un rovesciamento importante
Quando si scriverà la storia del nostri tempi, forse qualcuno (illuminato) si accorgerà che in Italia non abbiamo vissuto l’epoca di una larvata democrazia cantata dai greci della politica messa in circolo nelle arene, nelle piazze.
Penso che questo qualcuno (illuminato) penserà di avere vissuto uno strano spettacolo, e cioè quello di un rovesciamento importante di situazione . La televisione, a distanza di secoli da antiche e preziose forme di partecipazione, non ha trovato nelle televisioni la piazza dove discutere della città, dei cittadini, della politica, ma ha vissuto un’epoca in cui la politica, o meglio la vita, le pratiche , gli obiettivi di coloro che fanno politica, fanno i conti conteggiati e corteggiati c0n i conduttori , i quali che hanno conquistati tutto lo spazio disponibile, pur essendo loro stessi-i conduttori- i servi o le icone della politica.
Purtroppo, assistiamo a uno spettacolo di sputtanamento della politica e dei politici che prova quanto siamo distanti da una comunicazione non solo politica potabile, sopportabile. C’è una coerenza implicita e comunque visibile tra “Porta a porta” e “Annozero” come in altri programmi televisivi visitati da uomini politici noti e provetti, spesso carichi di anni, guidati da personaggi molto popolari – da Santoro alla Annunziata, da Vespa ad altri, adesso aspettiamo il rientro di Enzo Biagi – c’è una coerenza implicita e ostentata.
Accade che i signori della politica, tranne pochissimi onorevoli (da cui non faccio qui i nomi), non si rendano conto di non avere nulla di concreto da dire rispetto alle domande inquisitorie degli stessi conduttori.
Non sanno cosa da raccontare di serio e plausibile, questi signori della politici, non tanto perchè non lavorano ( ci sono gli astensionisti ma anche i presenzialisti accaniti , lodevolmente lavoratori e non sempre per mettersi in mostra) quanto perchè nel loro intimo sanno bene che gli italiani nella maggioranza non li prendono sul serio, o meglio li asccoltano , poi decidono, spengono i televisori, e fanno finalmente con la propria testa o secondi i propri interessi.
Il vuoto non è infatti della politica, su cui tutti sorvolano volentieri, ma è la situazione di una incertezza che da anni affligge il nostro paese. Le tv vanno incontri ad anni col cuore in bocca. La domanda finale è, come sempre, la seguente: chi siamo e che cosa vogliamo dalla tv che fa politica anche se non lo dici? E ancora: come può. come vuole l’Italia darsi un assetto che possa sopravvivere nella globalizzazione?
Nessuno sa dare una risposta concreta, vincente. Le televisioni registrano le varie risse – di schieramento, ideologiche, culturali, comunicazionali e, perchè no, etiche. Le registrano, non vanno più in là. Nel senso che gli approfondimenti cadono nel vuoto, perchè volano sulle notizie e sulle strategie politico-comunicazionali che garantiscono ai poteri politici l’ultima parola non soltanto sui temi e gli interessi generali ma anche e soprattutto sulla applicazione mediocre, partigiana, familistica delle volontà e delle posizioni politiche. I politici intervengono e condizionano le scelte strategiche delle tv italiane (Sky di Murdoch morde le chiappe di Rai e di Mediaset) e la quotidianità (provate a lavorare senza raccomandazioni, e ve ne accorgerete), perchè tutto è già stato deciso e in qualche modo è inevitabile. visto che ormai le tv sono la vera piazza nazionale.
La post televisione sarà copia di quella attuale, o addirittura una versione peggiore? Ossia, le post tv – più che la post televisione- saranno in grado di mantenere un equilibrio tra denuncia, documentazione, riflessione, e proposta della politica e dei politici che la vivono, la praticano, dovrebbero agire su nostro mandato parlamentare?
Noi, su queste domande, tacciamo troppo. Accettiamo il gossip, la fiction, i telefilm americani, gli show, gli spot, e così via. Accettiamo l’us0 della politica che fanno le tv, e viceversa: come le politiche o meglio politici corteggiano la tv o cercano di impossessarsene, facendo gli esperti di mille problemi (spesso si capisce che improvvisano), e soprattutto facendo le prime donne più o meno velate.
Il potere, in questa situazione, è nella mani dei conduttori, i quali sono quasi sempre i fiduciari di leader politici o i loro portavoce (talvolta con intelligenza e mestiere), sono le primedonnne o aspiranti tale nella e per la politica, o sono gli arrampiatori sociali confezionati dallan o per la politica
Curiosità, domande finali ; io ho detto la mia, dite la vostra: siete felici che sui video vadano i politici? e che ci dite dei conduttori molto spesso promossi dalla politica e loro espressione? E’ una pacchia? Per chi?
Buona nottte.
ITALO MOSCATI