Cannavacciuolo a Blogo: “Antonino Chef Academy? Una vera scuola di cucina”
Intervista ad Antonino Cannavacciuolo per il lancio di Antonino Chef Academy
Da, domani, 12 novembre tutti i martedì alle 21.15 su Sky Uno (canale 108, digitale terrestre canale 455), sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go, su smartphone, tablet e PC, anche in viaggio nei Paesi dell’Unione Europea, e in streaming su NOW TV, andrà in onda Antonino Chef Academy.
In una location d’eccezione, il Castello Dal Pozzo di Oleggio Castello, Antonino Cannavacciuolo guiderà i dieci giovanissimi aspiranti chef – tutti tra i 18 e i 23 anni – che, a seguito di un percorso formativo, si sfideranno, superando delle prove in cui dovranno mettere in campo tutte le conoscenze professionali e personali in loro possesso per dimostrare di essere all’altezza della cucina di uno dei ristoranti più esclusivi d’Italia: Villa Crespi.
Ecco le dichiarazioni dello chef, ai microfoni di Blogo, alla vigilia del debutto.
Cosa dovranno aspettarsi i telespettatori da questo programma?
“Bella domanda. Di entrare in una vera scuola di cucina. I telespettatori vedranno le vari fasi di preparazione di una ricetta partendo dalle basi. Fino ad ora, ci sono stati molti show attorno alla cucina. Oggi, invece, si entra proprio in una scuola di cucina osservando tutte le fasi per la realizzazione di un piatto. Sui vari passaggi si può creare un’idea di cucina. Anche gli ospiti porteranno sempre un qualcosa di speciale. Non si vedrà , per esempio, solo la preparazione del coniglio alla cacciatora ma dietro ci saranno argomentazioni, idee, tecniche. E’ davvero molto bello. Io, da cuoco, posso attingere ad un pensiero ed una preparazione tranquillamente”.
Cosa l’ha spinta ad accettare questa proposta?
“E’ un’idea che ho in testa da parecchio. Ne ho parlato a lungo con gli autori. Ho sempre voluto fare una scuola di cucina. Può essere che, in futuro, ne aprirò una tutta mia per formare persone. E’ quel sogno nel cassetto che, prima o poi, devi tirare fuori. Quello che accade in questa Academy lo faccio quotidianamente nella mia cucina. Ho un gruppo di 20 ragazzi con cui parliamo, ci confrontiamo, discutiamo, proviamo, sperimentiamo. E’ la mia giornata tipo, però, con le telecamere”.
Ci racconta come è strutturato il programma?
“C’è la prima lezione di teoria. Poi, c’è la seconda giornata fuori sede. Ed, infine, abbiamo l’ospite che spiegherà una tecnica particolare ai ragazzi. A tutti viene mostrato come preparare un piatto, poi, sono chiamati a riprodurre lo stesso piatto o, invece, ad affermare la propria idea di cucina, su pensieri ed osservazioni, nati dalla lezione a cui hanno partecipato”.
Quale ruolo ricoprirĂ in questa accademia?
“Non sarò un giudice, ma un professore. A loro darò la mia esperienza. Ho 44 anni. Da 30 anni lavoro in questo mondo meraviglioso. Qualche consiglio posso darlo, no?! Non sono nato ieri… Tante persone credono, forse, che Cannavacciuolo è nato quando ha iniziato a fare televisione. In realtà , ti ripeto, ho 30 anni di duro lavoro. Ho esperienze francesi, in Giappone, in Italia dal Nord al Sud. Sono un ragazzo partito da Napoli a 18 anni per inseguire il proprio sogno”.
Come si sono approcciati questi ragazzi con Lei?
“Tutti i ragazzi già fanno questo lavoro. Sono entrati perfettamente nel mood della cucina, della ristorazione. Apro la prima giornata di lezione dicendogli: “Vi mostro qualcosa che sicuramente già conoscete”. La prima volta che sono entrato in cucina, lo chef mi ha detto: “Qui dentro è legge. Quando esci da qua dimentica tutto. Poi, quando avrai una tua attività , una tua brigata, fai quello che ti piace di più”. In cuor suo, lui non voleva dettare legge ma mostrarmi il suo pensiero per crearne, poi, uno tutto mio. Questo è il vero concetto di scuola”. Dopo le prime tre lezioni, c’era il momento di eliminare qualcuno. Ricordo le parole di una ragazza dispiaciutissima: “Se devo uscire mi dispiace perché qui si impara tantissimo”. L’ha detto dopo la terza lezione. Questo ti fa capire quanto ho e abbiamo dato in questi 40 giorni”.
Qual è la caratteristica fondamentale di uno chef per durare nel tempo?
“La curiosità , la passione e l’amore. Questo lavoro lo devi amare”.
Chi vince il programma ha la possibilità di lavorare per un anno con Lei…:
“Se vinci questo programma hai già dimostrato di essere stato il più bravo. Poi, il fatto di lavorare per un anno a Villa Crespi è straordinario. C’è una struttura di ragazzi validi da cui si impara tanto. Al vincitore si aprirà un mondo molto fluido nella ristorazione. E’ un vero e proprio trampolino di lancio”.
Dal suo entusiasmo, deduco che Lei già pensi ad una seconda stagione per dare questa fortunata opportunità a più giovani…
“Il nostro obiettivo, ne parleremo dopo aver visto il risultato, è quello di allargare la classe”.
Come viene trattata, nel 2019, il mondo della cucina in televisione?
“Nei miei programmi, ho sempre parlato del mio lavoro. Sono contento che le persone abbiano iniziato a leggere le etichette. Questo è davvero importantissimo. Noi, in Italia, abbiamo dei prodotti buonissimi. In tv, mi piace parlare non solo di cucina in senso stretto ma anche quello che c’è attorno (dall’agricoltura agli artigiani, ai piccoli produttori). Stiamo dando maggiore sensibilità a certi temi. Fino a venti – dieci anni fa, la gente si affidava al grande distributore senza un’accurata selezione e scelta. Oggi, invece, che se ne parla di più, la gente ha imparato a guardare cosa c’è dietro ad un prodotto, a preferire la qualità . I piccoli produttori stanno facendo degli sforzi notevoli per portare sulla tavola delle famiglie italiane prodotti buoni. Noi, che siamo in tv, dobbiamo dargli una mano. Dobbiamo comprare italiano. Il Made in Italy ha sempre una marcia in più”.
Ha mai pensato di restare ingabbiato nel ruolo di personaggio televisivo, giudice sacrificando, in qualche modo, la sua professione?
“Sono nato cuoco, esco cuoco e morirò da cuoco. Questo programma, grazie alla produzione e a Sky, sono riuscito a realizzarlo perché mi hanno permesso di farlo a dieci minuti da Villa Crespi. Per me, viene prima la cucina e, poi, il resto. Faccio davvero tanto per essere presente a Villa Crespi assieme ai miei ragazzi. Non è che sto facendo televisione, sto diventando famoso, e non entro più in cucina. Per me la cucina è hobby, divertimento, è passione. Io sto bene in cucina. Lo ribadisco sono nato cuoco. La televisione, che faccio, è registrata. Ha i suoi tempi. Riesco sempre a trovare un giusto compromesso per riuscire a fare tutto senza problemi. Ho la fortuna di collaborare con un canale e una casa produttrice fantastici. Mi hanno accontentato su tutto. Sanno che voglio essere presente nelle mie attività ”.
RifarĂ Masterchef?
“Sì. Da parte mia sì. Si nota il mio spirito… lì mi diverto. Dietro al programma, c’è una ricerca dei prodotti, se ne parla, ne discutiamo. Negli anni, Masterchef ha fatto conoscere, in Italia, tanti nuovi prodotti, tecniche. Si capisce che c’è tanto lavoro dietro”.
Invece, proseguirĂ i progetti con il gruppo Discovery?
“Mai dire mai a nessuno. Per adesso c’è questo progetto importante con Sky. Penso di continuare con Sky perché mi hanno proposto format che mi piacciono”.