Antonella Clerici risponde alle critiche RAI per il contratto milionario
Arriva via lettera al Corriere della Sera, la replica piccatta di Antonella Clerici alle critiche ricevute a proposito del suo cachet per l’annata RAI. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia recentissima di Antonella. Dopo il successo di ascolti a Sanremo e l’annuncio del ritorno alla Prova del cuoco – oltre alla conduzione della
Arriva via lettera al Corriere della Sera, la replica piccatta di Antonella Clerici alle critiche ricevute a proposito del suo cachet per l’annata RAI.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia recentissima di Antonella. Dopo il successo di ascolti a Sanremo e l’annuncio del ritorno alla Prova del cuoco – oltre alla conduzione della nuova edizione di Ti lascio una canzone – si è parlato di uno stipendio di due milioni di euro per un anno. Poi, il contratto è stato chiuso a 1,8 milioni di euro.
Puntuali, sono giunte le critiche, da parte di Nino Rizzo Nervo e di Antonio Verro. Critiche bipartisan da parte di due consiglieri RAI d’opposto schieramento.
La Clerici non gradisce, e rispone dunque con una lettera al Corriere della Sera, in cui si definisce offesa e amareggiata per l’immagine distorta che è stata offerta della sua persona al pubblico, visto che Rizzo Nervo le ha dato dell’ingrata. Si difende, la Clerici, rivendica i successi ottenuti e poi affonda.
Il tanto criticato contratto in chiusura con la Rai riporta una cifra che è esattamente identica a quella del contratto concluso tre anni fa e che pertanto non tiene conto e non capitalizza in mio favore il risultato economico e di pubblico conseguito dalla Rai per il successo del Festival di Sanremo e del programma «Ti lascio una canzone». L’elenco sarebbe lungo e probabilmente poco interessante come ogni elenco, ma serve a spiegare il sentimento di dispiacere per un’ingiustizia subita in modo così immotivato che dà di me un’immagine tanto diversa da quanto io sono e che mi lascia incredula e profondamente colpita, non senza un sincero disappunto.
Ora. Può anche darsi che i successi ottenuti non siano stati capitalizzati. Il contratto è lo stesso di quello di tre anni fa (che già appare, a chiunque osservi dall’esterno) un buon compenso. In tempi di crisi, ci si può anche accontentare di tirare un po’ la cinghia, no?
Soprattutto quando si parla di cifre che superano il milione di euro.