Antonella Clerici e la seconda puntata del Festival di Sanremo: un confetto che va giù indolore
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù. O, se si preferisce una metafora più alta che lei non capirebbe, Lucrezio nel De Rerum Natura cita il medico che, per addolcire l’assenzio agli occhi del bambino, glielo rende meno disgustoso cospargendolo di miele. Insomma, la Clerici versione confetto è tornata, riappropriandosi della scena
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù. O, se si preferisce una metafora più alta che lei non capirebbe, Lucrezio nel De Rerum Natura cita il medico che, per addolcire l’assenzio agli occhi del bambino, glielo rende meno disgustoso cospargendolo di miele. Insomma, la Clerici versione confetto è tornata, riappropriandosi della scena con la sua consueta verve. Forte del buon responso dell’Auditel, dopo una prima serata che l’ha vista imbalsamata e vittima del gobbo, Antonellina dimostra il perché è stata scelta proprio lei.
Da una così non ci si aspettava sermoni, né la missione di elevare questo Festival in chiave intellettuale o nazionalpopolare. No, la Clerici è commerciale come pochi, è l’emblema vivente dello spot di un detersivo, è la finta massaia – come l’hanno definita quelli di Repubblica – più convincente del piccolo schermo.
E perciò recita il ruolo della Mary Poppins tardona, si abbassa la sottana interpretando una vedette diversamente abile del Moulin Rouge, intervista la Regina Rania di Giordania chiedendole la ricetta dei biscotti al cioccolato. Poi non ci risparmia l’ennesima gaffe, promettendo a tutti di darla… per poi specificare che si tratta della pubblicità. E, soprattutto, si trasforma in un Avatar, unico modo – i miracoli della tecnologia – per dimostrare di essere dimagrita davvero, quando intervista l’attrice del film omonimo Michelle Rodriguez. Vederla in un lettino abbronzante in posizione da decubito è valso il prezzo del biglietto.
La Clerici è così leggera e a prova di lungaggini che, rispettivamente, manderebbe in rovina catene intere di patatine light e farebbe eliminare la parola ‘sforo’ dal vocabolario tv. E il suo non è semplicemente un Festival di massa, ma un Trenino dei desideri aperto a tenorini e casalinghe non istruite. Che sia un bene o no, alla fine è l’Auditel che lo decide… E, se gli ascolti si confermassero alti – dopo tutto è stato piacevole questa sera il ritmo nonostante la puntata fosse debole sulla carta – persino la retorica di Bonolis avrebbe uno schiaffo morale.
Lei, senza troppo rispetto per le etichette, si siede in braccio al direttore di rete e si gode da lì lo spettacolo. Sempre che non ricambi umore di fronte al responso di domani mattina. Comunque vada, ha sempre un record da ostentare: ha chiuso il Festival anche stasera entro le 00.30:
“Non ci sono giochetti per alzare l’Audience. Quando lo spettacolo è finito è finito”.