Annozero: Travaglio senza contratto sarà ugualmente in onda, Mauro Masi il miglior DG Rai degli ultimi 150 anni
Annozero partirà questa sera, al 100%, in studio come promesso ci sarà anche Marco Travaglio. Alla fine, bastava avere un po’ di pazienza, si è palesata sotto i nostri occhi la cruda realtà. Mauro Masi ha semplicemente preso tempo rispetto alla firma del contratto fra Travaglio e la Rai (evitando l’aperta censura che avrebbe amplificato
Annozero partirà questa sera, al 100%, in studio come promesso ci sarà anche Marco Travaglio. Alla fine, bastava avere un po’ di pazienza, si è palesata sotto i nostri occhi la cruda realtà. Mauro Masi ha semplicemente preso tempo rispetto alla firma del contratto fra Travaglio e la Rai (evitando l’aperta censura che avrebbe amplificato la fama di “martire” del giornalista de Il Fatto). La scopo era quello di ostacolare la presenza ufficiale del celebre fustigatore del premier in una trasmissione del servizio pubblico e di costringerlo a presenziare al limite gratuitamente nella figura di semplice “ospite” e non di collaboratore del programma.
Questa è la verità pura e semplice che si ricava unendo due fatti incontestabili: Travaglio non ha visto il suo contratto firmato nemmeno all’ultimissimo momento, Masi ha accampato la scusa di doversi rivolgere all’Agcom (fatto senza precedenti) per un non meglio specificato approfondimento della questione, ma non ha poi realmente incontrato i vertici dell’Authority limitandosi ad inviare un dossier sulla vicenda.
La vile giustificazione (di cos’altro si può trattare?) non regge sotto nessun punto di vista, soprattutto considerando quanti ostacoli sono stati posti ad Annozero prima della messa in onda di oggi: dal rinvio senza ragione degli spot all’ostracismo mostrato al momento difirmare i contratti dei reporter e delle troupe che dovrebbero lavorare sulle inchieste filmate (il tutto per una trasmissione che si basa proprio su questi elementi come principale caratterizzazione). Sono mosse evidentemente tese a destabilizzare il programma di Michele Santoro, in ossequio alla volontà dell’uomo che ha piazzato Mauro Masi “a lavorare per noi” (?) al vertice della Rai.
Il non rinnovo del contratto con Sky, circostanza che va essenzialmente a danno della Rai, la piena disponibilità a spostare Ballarò per concedere lo spazio in prima serata al “messaggio” del governo con Porta a Porta, gli ostacoli posti con estenuanti rinvii e velate minacce ai programmi di punta di RaiTre, tutte cose che non possono che compiacere Silvio Berlusconi, tutte azioni messe in atto con la fattiva azione dal Direttore Generale della Rai Mauro Masi.
A svelare quanto Masi sia pienamente confacente come dirigente alle aspettative del Presidente del Consiglio (proprietario de facto anche di Mediaset, lo sapevate?) è Masi stesso che si lancia in spericolate dichiarazioni che suonano la fotocopia di quelle rilasciate da Berlusconi nelle scorse settimane.
Queste le parole di oggi del DG Rai:
Approfitto di questa occasione per fare una riflessione: il servizio pubblico deve essere un servizio plurale, deve rispettare la pluralità dei cittadini. Nel corso della mia vita professionale, osservando la situazione sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, non ho mai visto che reti del servizio pubblico facciano programmi contro. Le inchieste si devono fare trasparenti e secondo le regole. Non si fanno trasmissioni politiche contro. L’apriori va contro il servizio pubblico. Se c’è un’evasione del canone Rai al 30% vuol dire che, oltre alle cause tecniche, c’è una parte del Paese che non si riconosce nel prodotto Rai. E questo è un fatto.
Queste quelle del Premier dello scorso 7 agosto:
Ne approfitto per dire che il servizio pubblico non dovrebbe attaccare né me né il governo, né l’opposizione. Questo non lo possiamo più sopportare. Il mandato della tv pubblica non può essere quello di attaccare il Governo. La Rai deve fare ciò che deve fare e cioè una televisione di servizio pubblico: prima di tutto deve informare, poi formare e soltanto come terzo obiettivo divertire. Sulla Rai ho avuto modo di dire quello che pensano la maggioranza degli italiani e cioè che è inaccettabile che la televisione pubblica che è pagata con i soldi di tutti sia l’unica tv pubblica ad essere sempre contro il governo. La sinistra, che è stata al governo, dovrebbe apprezzare che questo governo dica che la Rai non deve attaccare nessuno, né il governo, né tanto meno l’opposizione
Il “Masi pensiero” è non casualmente un’imitazione del “Berlusconi pensiero“, d’altra parte solo uno stolto farebbe nominare un dirigente a capo di una sua azienda se non potesse fidarsi ciecamente di lui; e Silvio stolto non lo è di certo.