Annozero – la lettera di Santoro. Nessuna sanzione?
Niente di ufficiale, ma parrebbe che non ci saranno sanzioni per Michele Santoro o per Annozero: questo sarebbe ciò che trapela dal CdA RAI di ieri in cui Cappon ha relazionato ai consiglieri a proposito della puntata del primo maggio, puntata che sfociò anche nel litigio fra Sgarbi e un pacatissimo Travaglio.E a quegli stessi
Niente di ufficiale, ma parrebbe che non ci saranno sanzioni per Michele Santoro o per Annozero: questo sarebbe ciò che trapela dal CdA RAI di ieri in cui Cappon ha relazionato ai consiglieri a proposito della puntata del primo maggio, puntata che sfociò anche nel litigio fra Sgarbi e un pacatissimo Travaglio.
E a quegli stessi consiglieri, Michele Santoro ieri ha fatto pervenire un’importante lettera che analizza l’episodio in sé precisando come Annozero abbia seguito il fenomeno di Grillo “politico” fin dalla sua nascita, ribadendo i buoni risultati del programma e soprattutto preannunciando la creazione di un codice di partecipazione che verrà sottoscritto da redazione e ospiti.
La lettera integrale scritta da Santoro è stata pubblicata da Adnkronos e ve la riproponiamo dopo il salto.
La puntata di questa sera di Annozero si intitola La peggio gioventù e parla dell’incredibile fatto di cronaca di Verona: il 28enne Nicola Tomassoli ucciso a calci e pugni da un gruppo di ventenni.
Gentili consiglieri, le osservazioni che il Direttore Generale e molti di voi hanno ritenuto di rivolgermi non mi lasciano indifferente e mi spingono a cercare soluzioni nuove per migliorare il nostro lavoro. Tuttavia ritengo importante portare alla vostra attenzione alcune considerazioni che potranno servire per una valutazione più serena di quanto accaduto
1) Abbiamo cominciato a seguire il fenomeno del ‘Grillo politico’ fin dalla sua nascita. Ritengo questa una prova di buon giornalismo al servizio di un pubblico assai vasto che chiede di essere informato sull’argomento. La scelta di farlo con le parole stesse di Grillo è conseguente al nostro stile che, com’è noto, non fa uso di schede e preferisce raccontare la realtà con la realtà. Per questo eravamo l’unica troupe presente al primo V-Day e abbiamo sempre utilizzato nostri materiali originali, montandoli secondo le esigenze del programma. Anche questa volta, ciò che abbiamo messo in onda era televisivamente più efficace della stessa performance del comico, perché erano stati tagliati tempi morti e ripetizioni e il materiale, le affermazioni e le battute erano state riorganizzate per capitoli coesi. D’altra parte, oggi molti utilizzano in tv ‘i comizi’ di Grillo, ma non con i nostri risultati”.
“2) La replica della puntata di ‘Annozero’ su Raisat-Extra è stata il top dell’ascolto del Canale, superata in passato solo da eventi come quelli di Fiorello. E non si tratta di una performance isolata, risultato delle polemiche di stampa: ‘Annozero’ è un programma di successo di Raidue, il suo sito è uno dei più visitati della Rai, le repliche sono punti di forza di Raisat. Le entrate pubblicitarie sono da sole di molto superiori ai costi industriali e non è facile immaginare qualcosa che possa rimpiazzare il nostro programma in prima serata per più di trenta puntate con gli stessi costi. Mi piacerebbe che queste considerazioni non ci liberassero dalle nostre responsabilità, ma portassero a valutare il lavoro del mio gruppo come un patrimonio dell’azienda e non come un fardello del quale si farebbe volentieri a meno”
“3) Venerdì mattina, non solo You Tube, ma tutti i principali quotidiani italiani avevano nel loro sito internet spezzoni di ‘Annozero’, ma con sopra scritto ‘Corriere tv’ o ‘Repubblica tv’: invece sul sito della Rai, il programma è stato disponibile soltanto il lunedì successivo, perché Rainet era chiusa per il ponte: mi sarei aspettato un dibattito su questo tema e sull’uso indiscriminato che altri fanno dei materiali Rai, con un raffronto – per esempio – con la Bbc. Invece, evidentemente, le questioni di prodotto sono oscurate dalle valutazioni politiche. Vorrei ricordare al mio amico e maestro Sandro Curzi che l’espressione ‘Grillo non rappresenta una soluzione alla crisi’ è da me condivisa (anche se credo che resteremmo impegnati in un dibattito lungo); ma la scelta degli argomenti di ‘Annozero’ non segue le mie convinzioni politiche, pone invece sempre al primo posto l’interesse del pubblico”
“4) L’invito a Sgarbi in trasmissione nasceva dalla necessità di bilanciare Grillo, non soltanto con pareri critici (garantiti anche dagli altri partecipanti), ma con un punto di vista a lui radicalmente opposto. Sgarbi aveva già partecipato al nostro programma e si era sempre comportato splendidamente, fornendo contributi analitici importanti. Anche in questo caso avrebbe potuto dire ciò che voleva di Grillo, ma senza fare piazzate o provocare risse. Il suo comportamento non ha innescato, tuttavia, alcuna reazione e la trasmissione si è potuta concludere normalmente. Il problema, dal mio punto di vista, non sono gli insulti che Sgarbi ha distribuito (questi attengono alla sua personale responsabilità), ma l’andamento del programma, che è risultato alterato. Infatti le critiche a Grillo, in un contesto pacato, sarebbero potute essere più numerose e meglio motivate e i miei distinguo più chiari e puntuali”.
5) Avendo valutato attentamente le vostre considerazioni, vi informo che stiamo elaborando un codice di partecipazione, una sorta di regolamento a uso interno, che ci impegniamo noi per primi a rispettare e che faremo sottoscrivere a tutti gli invitati alle nostre trasmissioni. Gli ospiti dovranno impegnarsi a non interrompere i loro interlocutori, a evitare qualsiasi tipo di insulto personale, a rispettare i tempi concordati.
Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete prestare a queste mie considerazioni e attendo fiducioso l’esito della vostra discussione, ribadendo soltanto – a proposito di frasi lette sulla stampa – che io e i miei collaboratori ci sentiamo parte organica della Rai, a cui compete il nostro migliore impiego. Ci sta a cuore continuare a dare il nostro contributo all’Azienda, nei modi che l’Azienda riterrà più opportuni, ma nel rispetto delle prerogative e dei diritti acquisiti.