Annalisa Bruchi e la nuova edizione di Restart: “Ogni anno, è una scommessa nuova. Ma parlare di economia mi dà soddisfazione…”
Le dichiarazioni di Annalisa Bruchi a TvBlog per la seconda edizione di Restart – L’Italia ricomincia da te, in onda da stasera su Rai 2.
Annalisa Bruchi, a partire da questa sera, mercoledì 13 ottobre 2021, su Rai 2, dalle ore 23:30, condurrà la nuova edizione di Restart- L’Italia ricomincia da te, il programma di economia che vedrà, tra gli ospiti, la presenza del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
A poche ore dall’inizio della prima puntata, Annalisa Bruchi ha anticipato i temi di questo primo appuntamento della nuova stagione in un’intervista concessa a noi di TvBlog.
In questa lunga chiacchierata, Annalisa Bruchi ha parlato anche della sua carriera televisiva, di Auditel, delle difficoltà di rendere l’economia accessibile a tutti, dei suoi compagni d’avventura, Aldo Cazzullo e Mario Sechi, della sua squadra di autori tutta al femminile, di informazione televisiva e COVID-19 e di altro ancora.
La prima edizione di Restart partiva dalla premessa dei 209 miliardi del Recovery Fund. La premessa di questa nuova edizione, invece, qual è?
La nuova edizione di Restart, ovviamente, non sarà scollegata dal Recovery in quanto, stiamo vivendo la vera ripartenza, speriamo… Con i vaccini e con una pandemia sotto controllo, c’è tutto per ripartire. Stando al Fondo Monetario, la crescita è quasi del 6%. Questa opportunità per l’Italia ha avuto un grande rimbalzo e l’obiettivo è quello di trasformare questo rimbalzo in una crescita strutturale. Questo si potrà fare grazie anche a questi benedetti fondi del Recovery che stanno arrivando. È un momento unico, dove stiamo avendo una rivoluzione nel campo industriale, nel campo delle riforme… Nella prima puntata, avremo Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica. Il tema da cui si partirà sarà proprio la ripartenza del paese.
Nella prima puntata, di cos’altro si parlerà?
Il tema della transizione ecologica sarà in primo piano. Parleremo anche del rincaro delle bollette, del Green Pass obbligatorio, di Alitalia… Abbiamo voluto iniziare dalla transizione ecologica perché la vera rivoluzione è quella e qualche problema c’è. Vediamo il prezzo del gas salire alle stelle e cercheremo di capire il perché. Ci sono temi che riguardano i costi delle famiglie e delle imprese e noi vogliamo partire da lì. Temi che, paradossalmente, non sembrano da prima pagina dei giornali ma che, secondo noi, invece, lo sono.
Argomenti come la rivoluzione verde e la transizione ecologica potrebbero risultare ostici per un pubblico meno preparato. In quale modo, possono risultare più accessibili?
Parlandone in modo semplice e proponendo agli interlocutori domande molto basiche, non aver paura di fare domande che possono sembrare, non voglio dire stupide, ma quasi… Tanti italiani, se venisse chiesto loro, per strada, cos’è la transizione ecologica, non saprebbero rispondere. Cosa cambia per un cittadino medio con la transizione ecologica? Ricominceremo a ricostruire le rinnovabili ma tutti le vogliono? Tutti a dire “Che meraviglia, le rinnovabili!” ma una persona, sotto casa sua, lo vorrebbe un campo eolico? Il verde è bello ma costa o non costa? Affronteremo tutte queste problematiche, cercheremo di sviscerare tutto nel dettaglio. Faremo domande semplici, non avremo paura della semplicità.
Un altro argomento sarà il rincaro delle bollette che, al contrario, è sicuramente di maggiore presa popolare. In questo caso, cosa si deve fare per evitare “populismi”?
Il rischio c’è sempre quando si affrontano certi argomenti. Quando il ministro Cingolani ha parlato di rincaro delle bollette, c’è stata una rivoluzione. Ma non dobbiamo avere paura di parlare delle cose come sono. Bisogna stare attenti e cercare di spiegarlo il meglio possibile. Certe derive populiste, però, è anche complicato arginarle… La verità è che sono pochi, che, però, fanno tanto rumore, ma la maggior parte delle persone, queste cose, le capiscono…
Come già anticipato, ovviamente, si parlerà anche di COVID. In questo anno e mezzo di pandemia, l’approfondimento giornalistico televisivo in generale, secondo te, ha aiutato i telespettatori o ha rischiato di confonderli di più?
Tutte e due le cose. Da una parte, la tv ha cercato di rassicurarli ma, in una pandemia, la grande confusione ci sta, è inutile negarlo. In tutte le nuove scoperte scientifiche, fermarsi e fare ulteriori verifiche è normale e sono contenta che si facciano, a me hanno rassicurato. Ciò, però, ha spaventato molte persone, non solo quelle con meno strumenti. Ecco il perché ci sono ancora milioni di italiani non vaccinati. È stata fatta un po’ troppa confusione, è stato buttato tutto in caciara. Mi auguro che si torni ad una comunicazione un po’ più univoca e soprattutto un po’ più serena. Adesso abbiamo gli strumenti per farlo. L’importante è che non ci sia un continuo brainwashing su tutto, anche perché noi siamo il paese che ne parla di più in assoluto. Negli altri paesi, non è una cosa continua come accade da noi. Ne abbiamo parlato troppo, un po’ ci ha rassicurato ma un po’ ci ha anche spaventato.
Nel programma, ci saranno due nuove rubriche, Romanzo Quirinale di Aldo Cazzullo e Agenda Economica di Mario Sechi. Di cosa tratteranno?
Romanzo Quirinale sarà legata a tutte le vicende, anche economiche, del Quirinale. Uno potrebbe dire “Ma che c’entra il Quirinale con l’economia?”… Tra 4 mesi, la politica italiana vivrà un passaggio cruciale, con l’elezione del Presidente della Repubblica che resterà in carica 7 anni. È importante capire quali sono gli umori, sarà un passaggio molto importante. Aldo Cazzullo racconterà le vicende in questo momento importantissimo. Mario Sechi, invece, con la sua Agenda Economica, parlerà degli avvenimenti e dei fatti importanti della settimana che verrà, da tenere sott’occhio, ai quali spesso viene dedicato poco spazio. Mario, con la sua visione internazionale, ci parlerà degli eventi a livello nazionale ma soprattutto internazionale, eventi importanti e indicativi anche per noi.
Hai già lavorato con Mario Sechi e Aldo Cazzullo. Che legame si è instaurato con loro in questi anni?
Sono due amici e compagni di viaggio. Dal legame professionale, è nata un’amicizia e una grande stima. Hanno profili diversi, complementari. Sono due voci importanti oltre a due penne autorevoli nel panorama giornalistico italiano. Sono molto contenta.
La tua squadra di autori, invece, è tutta al femminile. È una scelta voluta o casuale?
Sono tutte donne. Forse ci raggiungerà un maschietto ma, al momento, sono tutte donne! Non è una scelta voluta, è stata abbastanza casuale. Sono donne con le quali ho già lavorato in passato. Parte della squadra, me la porto dietro da anni, mi reputo fortunata. Sono persone con le quali si lavora bene. Credo che le donne, a fare economia, siano molto brave in generale! Si devono barcamenare tra tremila cose… Hanno un occhio molto attento su tutto ciò che è economia.
Quello dell’economia, è un ambiente molto maschile?
Un po’ sì ma lo sta diventando sempre di meno. Cito Christine Lagarde, ad esempio. Ci sono tante donne che hanno ruoli importanti.
Nei tuoi programmi, ci sono state spesso anche delle parentesi comiche o satiriche. Ci saranno in questa nuova edizione di Restart?
Vediamo… Stiamo pensando ad una rubrica. Per me, è importante riuscire a portare le persone a parlare di cose serie anche con un sorriso. La parola economia, spesso, fa paura. Secondo me, invece, ci si deve avvicinare anche con un po’ di leggerezza. Il telespettatore va accompagnato, fino a poter parlare di cose un po’ più complicate.
In passato, hai detto che un programma di economia è necessario in Rai, a prescindere dagli ascolti. Dirlo non è un po’ un modo per smarcarsi dalle logiche dell’Auditel?
I programmi di economia, già ci sono, sono importanti e li voglio ricordare. Io mi riferivo, più che altro, ai talk. Non mi voglio smarcare. Le seconde serate sono complicate in generale, tutte, non solo la mia. Quello che mi propongo di fare, e lo dico seriamente, senza cercare di smarcarmi, è solo cercare di fare un buon prodotto. Ovviamente, deve esserci un pubblico che ti segue. Sono totalmente conscia e rispettosa di quello che è il canone, soprattutto in un momento così complicato. Devi avere qualcuno che ti guarda altrimenti è totalmente inutile. Non sto dicendo, quindi, che l’Auditel non è importante. Però, purtroppo, l’abbiamo visto anche l’anno scorso con la pandemia, con i problemi di produzione, il mondo dell’Auditel è diventato tutto più complicato. Non è smarcarmi, è essere sincera. Poi, il resto non dipende da me, dipende dai dirigenti Rai e dai direttori. Il mio obiettivo rimane quello di fare un buon prodotto e cercare di essere vista. La realtà televisiva è complicata, anche per l’informazione, perché l’offerta, ormai, è multipla, ci sono tantissime cose, aumenta in modo spropositato per quanto riguarda i talk dove viene toccata anche l’economia perché l’economia è di tutti. Da qui, la scelta, di tornare a 2Next, come ho fatto in passato, un programma solo economico, nell’ambito della tv generalista e non parlo delle rubriche.
In questi anni, partendo proprio da 2Next – Economia e Futuro, programma del 2013, l’obiettivo di rendere l’economia comprensibile a tutti è stato raggiunto o la strada è ancora lunga?
La strada è ancora sicuramente lunga, non è facile. Con 2Next, avevamo fatto un passo importante e ci eravamo anche riusciti, all’epoca. È una scommessa, ogni volta è una scommessa, ogni volta è una ripartenza. A sentire le persone che mi fermano o mi scrivono, sono contente se una cosa viene spiegata loro in modo semplice e la capiscono. Ad esempio, parleremo anche di criptovalute, una cosa molto complicata. Però non si può far finta di niente perché una cosa è complicata e non fa ascolti… Secondo me, se si vuole fare servizio pubblico, su certe cose, ci si deve investire e, piano piano, si riesce a creare uno zoccolo duro. Questo è il servizio pubblico. È una scommessa sulla quale ci si deve credere.
In questi anni, quindi, hai costruito un contatto diretto con il tuo pubblico?
Sì. La parte del pubblico, i commenti, le lettere, mi danno tanta carica. Significa che qualcosa di buono, forse, l’ho fatta…
In passato, hai detto che eri un po’ stanca di occuparti di politica, campagne elettorali… Un ritorno ad un programma politico tipo Patriae, in futuro, quindi, lo escludi?
Non escludo niente nella vita. Lavoro in un’azienda e seguo quello che mi dice l’azienda. Occuparmi di economia, però, mi dà più soddisfazione. Questo è un paese in continua campagna elettorale: molti slogan, molti che dicono “Mai con quelli!” e poi ci vanno, è come se le parole contassero poco. Non è facile spiegare tutte queste cose, a volte perdo il conto anch’io! Per cui, con tutto il rispetto, preferisco seguire un’altra cosa. E poi ci sono tanti colleghi bravissimi, molto più bravi di me a seguire la politica… Poi, se l’azienda mi chiede di fare una cosa, la faccio e ci metto ancora più impegno. Se una cosa la capisco meno e la amo meno, ci metto ancora più impegno! Però in generale, preferisco l’economia…
Hai mai pensato, in questi anni, di fare qualcosa di completamente diverso, tv di intrattenimento magari, una parentesi leggera, se ti è arrivata qualche proposta in tal senso?
Tutti sanno che sono una toscanaccia e ho l’amore per la battuta! Chi mi conosce, me lo dice “Ma quale economia, tu dovresti fare un programma comico!”. Non sarei in grado di farlo anche se amo molto le battute… Ma penso che sia una caratteristica dei toscani in generale. L’amor di battuta, ce l’ho ma in un programma di intrattenimento, ecco, mi sentirei fuori luogo.