Anima Gemella, quando la fiction ghosta il pathos e vive in un’altra epoca: la recensione
Il mix tra paranormale e commedia romantica funziona come premessa, ma nello sviluppo le ambizioni si infrangono con la necessità di dover piacere a tutti, mettendo da parte l’audacia
E poi ci si chiede come mai la fiction Mediaset non riesca a ingranare. Se Canale 5 continua ad affidarsi a prodotti come Anima Gemella, dove la parola d’ordine è “accontentarsi”, difficile che il pubblico possa davvero consacrare le sue serie e trasformarle in appuntamenti imperdibili.
Anima Gemella, la recensione
Perché Anima Gemella appartiene a quelle fiction le cui premesse sfumano nel momento in cui si passa all’azione, ovvero alla messa in onda. Il mix paranormale/commedia romantica con cui è stata presentata la serie avrebbe potuto offrire spunti qualcosa di più audace e divertente di quello che, invece, è andato in onda.
Una fiction che, proprio come nella più classica rappresentazioni dei fantasmi, si aggira trascinandosi dietro delle catene che la legano a situazioni di cui pensavamo esserci liberati. Invece no: Anima Gemella vive ancora in un’epoca in cui la recitazione è mediocre, le sceneggiature incastrano con la forza gli snodi della trama e l’impaginazione è alla Gli occhi del cuore. Un’epoca che, però, non è più quella in cui vivono i telespettatori.
L’effetto è presto detto: cringe. Guardiamo i primi episodi e ad attirarci è quel senso di estraneità con cui la storia si presenta rispetto ai giorni nostri. Una storia che si aggrappa su più elementi, senza riuscire a trovare una stabilità.
E così, il sovrannaturale non mette brividi, la commedia romantica non stimola sorrisi, e nemmeno gli inserti comici riescono a trovare un loro degno sfogo. Tutto perché, con ogni probabilità, si voleva catturare un pubblico più vasto possibile, finendo però per non convincere davvero.
Ed è un peccato: ogni serie italiana che non sia un poliziesco puro ma che provi a proporre degli inserti di generi differenti merita spazio ed attenzione. Ma affinché questo spazio e questa attenzione si tramutino in interesse, serve molto di più di una seduta spiritica a luci soffuse.